

Napoleoni tenga conto degli sviluppi più recenti del pensiero economico, e
in particolare di Sraf fa.
L'interpretazione sopra accennata, pur obiettivamente vera, mi sembra
non colga pienamente i l significato e soprattutto gli obiettivi dell'operazione
teorica condotta da Napoleoni. I l fatto che Napoleoni pervenga, sul piano
teorico, alle stesse conclusioni a cui sono pervenuti al tri su un piano più
pragmatico non deve indurre ad ignorare, a me sembra, che i l «percorso »
seguito da Napoleoni non è affatto casuale, ma discende, come accennavo
all'inizio, dalla sua problematica filosofica (14) (ne l suo nucleo fondamen-
tale comune a tutto i l gruppo della Sinistra Cristiana da cui egli proviene).
Vorrei accennare brevemente, anche se rozzamente, ai rapporti che mi sembra
leghino questa problematica al « percorso » seguito da Napoleoni, chè altri-
menti esso rischierebbe di rimanere incomprensibile.
I l nocciolo del problema che sta a cuore a Napoleoni è, a me sembra,
questo: l a critica d i Marx al la filosofia ha un'importanza « decisiva)) per
tre motivi: 1 ) i n quanto indicazione della necessità di passare dal raziona-
lismo metafisico alla scienza (« ragione ateologica o scientifica ») applicata
all'attività « pratico sensibile» dell'uomo; 2 ) i n quanto dimostrazione della
necessità d i passare, dopo Marx, dalla « fiolosofia come comprensione al la
filosofia come rivoluzione » (Del Noce); 3 ) i n quanto demifisticazione delle
«acritiche visioni religiose del mondo ». Ma la critica di Marx si muove entro
una contraddizione di fondo (un residuo razionalistico), quella di voler affer-
mare una verità eterna ( l a fine della filosofia) nel momento stesso i n cui
nega l'esistenza di qualsiasi verità eterna. E poichè la fine della filosofia era
stata dedotta dalla riduzione dell'uomo a mera « attività sensibile », si esce
dalla contraddizione solo sostituendo all'« antropologia atea di Marx » un'altra
antropologia. Quest'ultima, riscoprendo al di sotto dell'« essere sociale » del-
l'uomo i l suo «essere » perenne, l a sua « essenza », sfugge a quel residuo
razionalistico a cui s i è accennato sopra. La ripresa della filosofia dopo
Marx si configura quindi come una ripresa della filosofia tomista dell'essere.
Ma poichè si mantengono fermi sia il punto 3) che il punto 2), da una parte
si compie una distinzione f ra religione (vera) e ideologia religiosa (mistifi-
cata), é dall'altra si ritiene che i l superamento della « posizione filosofica
di Marx » non possa ridursi ad una mera ricostruzione filosofica. I l supera-
mento del marxismo implica far compiere ad esso, e cioè al la storia, un
«salto qualitativo » / -
Si porranno ccksì le condizioni non della dissoluzione della religione con
la rivoluzione, ma della ripresa di un « lavoro religioso non mistificato ». La
«ragione scientifica » liberata da quel residuo razionalistico che le impedisce
di accogliere una realtà non mistificata potrà — indicando l e condizioni
necessarie per il «salto qualitativo » — costringere l'« essere » a manifestarsi
(il « comunismo ad inverarsi »).
Se questa è la posizione di partenza di Napoleoni, resta da vedere breve-
mente come da essa si sviluppi, sul piano più strettamente economico, i l suo
discorso (l'inconciliabilità di questa posizione con i l marxismo è stata, a mio
(14) Si vedano per un'analisi approfondita di questi problemi: V. De Tassis,
La conver-
sione di Marx nel pensiero cattolico della « Rivista Trimestrale» e Dialettica marxiana
e
pensiero amministrante
in Q. P. , n. 19 e 20, 1964 e 1965; F. Ciafaloni,
L'ideologia
della sinistra cattolica in Italia, Q. P. n. 43, 1971.
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