Table of Contents Table of Contents
Previous Page  26 / 276 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 26 / 276 Next Page
Page Background

Torniamo a Marx-Napoleoni: se quanto si è detto è corretto, lo Schema

capitalistico « puro » non può essere attribuito a Marx; esso deriva in realtà,

come cercherò di mostrare più avanti, da un'interpretazione neo-smithiana

del modello di Von Neumann.

Per quanto riguarda i l punto 3) ( l a presenza del consumo improduttivo

avrebbe impedito l'estensione su scala mondiale del processo di accumula-

zione) vorrei solo osservare — poichè ho una certa riluttanza ad affrontare

sulla base di schemi così vaghi problemi così vasti come lo Sviluppo Secolare

del Capitalismo nel Mondo — che il consumo improduttivo può costituire un

ostacolo all'accumulazione solo se si assumono condizioni di piena occupa-

zione del lavoro, o squilibri strutturali permanenti, che sarebbe in ogni caso

assurdo attribuire al consumo improduttivo.

Un colpo di scena nel problema dell'uovo e della gallina

Sulla base delle t r e considerazioni esposte i n precedenza, Napoleoni

conclude che la presenza « essenziale in linea di principio ed estremamente

cospicua in senso quantitativo » del consumo improduttivo, fa sì che anche

nella società capitalistico-borghese, come nella società « signorile » pre-capita-

listica, permangono figure di « consumatori puri ». Ma la loro identificazione

è resa molto più difficile dal fatto che, accanto a residui di vecchie classi

proprietarie e a capitalisti che consumano e non investono, si rinviene, fra i

consumatori « improduttivi », anche la classe operaia; anzi « la massima parte

del consumo improduttivo viene proprio dalla stessa classe operaia, nella

misura in cui i l salario superi i l valore della forza lavoro » (pag. 190). Ma

poichè non è possibile « ritenere valida la teoria del valore-lavoro, risulta

impossibile distinguere nel lavoro complessivamente prestato nell'economia

capitalistica un lavoro necessario e un pluslavoro » (pag. 160, corsivo aggiun-

to) (12) . Non esistono

perciò,

all'interno della società borghese, rapporti di

sfruttamento

diversi da quelli signorili:

« i l capitale... mentre è i l limite mas-

simo a cui può giungere l'alienazione dell'attività umana, non è peraltro una

formazione che includa al proprio interno un rapporto di sfruttamento ». Ma

se non v i è sfruttamento capitalistico, Marx-Napoleoni dovrebbe essere

costretto ad ammettere, secondo Napoleoni, ( la cui logica presenta qui qual-

che smagliatura) — che non vi è neppure alienazione, poichè i l primo era i l

«

necessario

correttivo » della seconda. E poiché comunismo = eliminazione

dell'alienazione, al 'moderato Marx-Napoleoni non viene concesso neppure di

cullarsi in un lontano sogno rivoluzionario: rimanendo « entro le posizioni

di Marx... i l capitalismo verrebbe a mostrarsi come l a soluzione definitiva

del problema economico » (« Riv. Trim. » n. 15-16, art. cit., pag. 400).

D'altra parte, poichè lo sfruttamento è i l consumo « improduttivo », esso

non svolge alcuna funzione positiva, di correzione « dialettica » dell'alienazione.

Ma qual'è stato l'errore di Marx-Napoleoni? egli ha dedotto la « positi-

vità » dello sfruttamento dal suo concetto di alienazione 'generica'. I l lavoro

è alienato, per Marx-Napoleoni, perchè: a) si pone fini « determinati e neces-

sari »; b) tal i fini, in quanto « determinati e necessari » non possono ridursi

ad essere altro che fini legati al soddisfacimento

dei soli bisogni della vita

(12) Questo problema verrà esaminato nel la seconda par te d i questo scr i t to.

24