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sessuale al legria che Pasol ini esalta, densa d i comprensione e tol leranza e

di cordial i f igure femmini l i . Pr ima d i Giot to, è chiamata a 'concludere i l

f i lm l a novella d i Meuccio e Tingoccio che afferma l a piena legi t t imi tà d i

fronte al l 'eterno del la natura e del sesso, i l quale « non è peccato ». Ma è

peccato e n o n è natura, p e r Pasol ini , l a condizione d i « ricchione » d i

Ciappelletto).

L'autore resta p u r sempre estraneo a qualsiasi considerazione sociolo-

gica o a qualsiasi sguardo attualizzante. Dunque, se un po' di senso la sua visio-

ne del popolo meridionale oggi ha, è proprio in quanto visione nostalgica di un

passato ormai inquinato e composito, mescolanza di variabi l i gravi, nel rischio

di perdere quel la allegria e bellezza che a Pasolini, come a noi, sta a cuore.

Certi bellissimi squarci del suo f i lm, o inter i episodi di grande sapienza figu-

rativa ma soprat tut to splendidi d i facce e d i parole, sono u n canto a u n

mondo d i real tà che l a presente offensiva real tà ha deturpato e distrugge

ma che pure

mai

è pienamente esistito quale Pasolini l o idealizza, accurata-

mente togliendo dal suo mondo contadino la Fame e la Storia.

«La classe operaia va in paradiso'> d i El io Petr i

Riconosciamo subi to a l f i l m quel lo che g l i è dovuto e cioè i l fat to d i

entrare i n fabbrica e farvi entrare l o spettatore. E ' un' impresa nuova per i l

cinema italiano, e la fabbrica, l'organizzazione del lavoro, i l tagl io dei tempi,

i r i tmi , i l cottimo, le linee, senza dubbio c i sono. Non è certo poco, per un

regista italiano. Ma i l nostro elogio si ferma purtroppo qui, di fronte a questo

f i lm pasticcione i n cu i Pet r i , Pi r ro e Volontè inf i lano d i tut to, e i n dos i

massicce, a blocchi slegati, preoccupati d i mantenere l e scarpe i n mo l t e

staffe. Borghesi padroni proletar i estremisti sindacalisti t u t t i c i troveranno

un po' del loro, per non contare i var i « teorici » e « specialisti » del la condi-

zione operaia, della condizione umana, del sistema, della pazzia, dell'inconscio,

e via d i seguito.

I l f i lm non stimola grandi analisi nè forse le merita, ma è bene elencare

rozzamente alcune sue caratteristiche negative. Condizione operaia e proble-

matica psicoanalitica (abbastanza dilettantesca) s i intersecano: Lu l ù è impo-

tente perchè operaio, ma la sua impotenza assume dimensioni d i cr isi totale

della personalità, d i caos i n cui la pazzia è i n -agguato e i n cui la sua scarsa

capacità d i chiarificazione f a i l resto; l a cr isi sempre vicina è r inviata dal la

spinta di lotta (come l'impotenza) ma dov'è i l fondo, la ragione della nevrosi?

La condizione d i uomo-massa del nostro tempo è quel la che impor ta a Petr i

e Pirro e non quella operaia in sè. Per loro i l nemico è sì i l sistema che rende

infelici (e, insistono, impotent i ) pover i e r icchi , proletar i e padroni , Lu l ù

e i l Commissario, ma è propr io l'astrazione assoluta di questo dato ad essere

inaccettabile. Poichè r invia ogni discorso sul modo d i abbatterlo a sogni d i

una cosa mol to nebulosa e poco produt t ivi i n un contesto i n cu i t u t t i s i è

egualmente vi t t ime. — Alcune incongruenze: Randone i n manicomio reci ta

Friedmann sul lavoro parcellizato secondo una convenzione da anni trenta, e

parla della pazzia contrapposta degli altri, dei ricchi; Lulù, sinora assolutamen-

te violino e spoliticizzato, tiene in sgabuzzino (come « memoria collettiva » del

proletariato?) i l r i t rat to d i Barone; le vicende fami l iar i d i Lulù sono un po'

troppo complesse, e se l a sua casa è veritiera, l a mogl ie parrucchiera che

sogna addi r i t tura i l visone è un po' eccessiva; ecc. G l i estremisti sono vist i

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