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oggidirePasolini: nonsolochequelmodello è combattuto ( tutti lo sanno) ma

chegli altri modelli in tutto il mondoproposti — e possonoanche tornare ad

essere,anzi sono, la santità e lasapienza—sono tali semanifestazioni,seordini,

sestrutture della qualità; esistonosolo nella spietataaristocraticità delle opere,

deicomportamenti, delle istituzioni; e peggioper noi sesappiamovedernesolo

i loro più goffi o rozzi celebranti.Quell'ordinequalitativo, in definitiva, confuta

econfondecostoro; ma primaancoraPasolinimedesimo.Perchè i suoi lamenti

diventasseroautenticidovrebbero, invece di celebrare le qualitàdellapoesia, ricor-

darel'esistenzadella qualità.

Mal'esistenzadella qualità, la suaaffermazione o evocazione ha una forza

singolare:per unattimo —cheè difficilecalcolarecol tempodegli orologi —non

lasciapietrasupietra di ogni altronostrodiscorso. Ne èmisura; e 'quindicomincia

conammutolirlo. La primatestimonianza di auel chePasolini vuol dire, se vera-

menteavesse a cuore la qualità, sarebbe il silenzio. Non eranosolounoscherzo

leprime frasi di questoscritto. Quel silenzionon si valuta con il tempo degli

orologi: un lettorecriticoneavverte lapresenzao l'assenzadietro unversoo una

prosa.Non è il mitopitagoricodi tutti gli ermetismi,nonassicuranessunariuscita,

nonènecessariamenteunsilenzioreligiosomasemmai la condizione di un timbro

piùpreciso, l'accettazionedellaverificaperiodicaconuno di quegli strumenti che

lameccanica di precisionechiama 'giudici'. Anch'io che scrivo ho dovuto far

silenzioper riceverequel che di veroc'eranonostantePasolini, nei suoidiscorsi;

epiù in genere, in quelli degli apologeti dellapoesia. Ma finchèegli nonaccetta

diesseremessoa tacereda unordine di aualità, da unsistema di valori diverso

daquelloche gli dà la parola, non ci è dato di leggerlochecome un pretesto.

Dobbiamosepararedal suoronzio la veritàche lo supera.

FrancoFortini

Goffredo Fof i

QUA L CHE F I L M

I l « Decameron » di Pasolini

Un raffronto col Boccaccio interessa poco, per un film che lo reinterpreta

così a suo modo com'è questo di Pasolini, il quale ad esempio trascura ogni

critica, pure in Boccaccio contemplata, ad istituzioni quali la chiesa o l a

famiglia, per farsene al limite cantore, e trascura ogni riferimento di storica

fedeltà, ad esempio ispirandosi figurativamente a un arco d i riferimenti

europeo che va dal tre al cinquecento. Diciamo solo che ha giustamente scelto

le novelle per l'appunto meno toscane, e vista la odierna odiosità del « tosca-

nismo », insostenibile a qualsiasi riferimento classico, non c'è affatto da dispia-

cersene. Siamo invece in una Campania Felix fuori dalla storia, dove un popolo

che la storia non sembra toccare, nè la società di scarsità (e la fame con

quel che ne consegue) è autarchicamente integrato e soddisfatto, e i suoi

soli problemi sono d'amore e di beffa; e in Ciappelletto anche di esistenziale

condanna del « diverso », un cattivo che sfida Dio, a suo modo ribelle ma

senza rivolta terrestre. Rimandiamo i l pro e i l contro di questa visione del

popolo (del mondo contadino meridionale), per cercare Invece senza sforzo

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