Table of Contents Table of Contents
Previous Page  253 / 276 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 253 / 276 Next Page
Page Background

Hochschule in der Demokratie

(Berlin - Neuwied 1965). Una ampia nota intro-

duttiva di Carlo Donolo fa il punto sulla crisi del movimento studentesco in Italia,

sottolineando l'esigenza di procedere a una ridefinizione dell'istituto universitario

nel senso critico-politico proposto dai compagni tedeschi. I testi presentati sono

eterogenei, quanto al contenuto, alla forma e al periodo di stesura (dal 1963 al '68).

Tuttavia l'orizzonte teorico cui tutti, più o meno esplicitamente, si riferiscono è

quello della scuola di Francoforte. Da questo punto di vista i saggi di Habermas,

Wellmer e Negt sono senz'altro i più rilevanti di questa antologia, per l'imposta-

zione teorica che condiziona indirettamente anche gli altri scritti e di cui offre, per

così dire, gli « armonici » dominanti. In questa sede ci proponiamo di discutere

non tanto i contributi analitici ( spesso importanti) dei singoli saggi, quanto l'impo-

stazione teorica generale da essi sottesa. In questo senso si può partire senz'altro

dal saggio di Habermas (Mutamenti sociali della formazione accademica), che apre

l'antologia e presenta i termini fondamentali della discussione (cfr. anche J. Haber-

mas, L'università nella democrazia, De Donato, Bari 1968).

Ogni discorso sull'università implica per Habermas un discorso sulla scienza

esulla ricerca scientifica. Egli mostra come i l ruolo progressivo svolto dalla

scienza nei secoli dell'ascesa politica borghese si •sia capovolto, nelle società indu-

striali avanzate, in ruolo ideologico e mistificatorio. La ricerca e lo sviluppo scien-

tifico sono subordinati alla riproduzione su scala allargata del quadro istituzionale

•capitalistico. Dall'altro lato l'organizzazione sociale del lavoro tende a diventare

unasemplice funzione (o determinazione esterna) della tecnica produttiva. Wellmer,

che porta avanti un discorso parallelo a quello di Habermas, parla di un processo

convergente di « scientificizzazione» della vita sociale e di « socializzazione » del

processo scientifico (p. 270). La

ratio

formale di cui parlavano Horkheimer e

Adorno nella Eclisse della ragione e nella Dialettica dell'illuminismo mira a trasfor-

mare l'intera società i n un mostruoso sistema d i autoprogrammazione, che al

limite trasferirà alle macchine ogni compito decisionale e politico, in una strategia

impostata sul valore-base della riproduzione del sistema. I fenomeni della massi-

ficazione e della « scolarizzazione» dell'università — cioè della sua riduzione a

compiti esecutivi e di mera qualificazione professionale della forza-lavoro — diven-

tano allora i l risvolto pratico del diminuito autocontrollo critico-politico della

scienza, una volta che questa si sia trasformata in forza produttiva immediata-

mente utilizzabile. Quando, nella Prussia del primo Ottocento, Humboldt fondò

il modello classico dell'università tedesca, si celebrò anche per l'ultima volta la

concezioneclassico-umanistica del rapporto teoria-prassi. Habermas ci richiama alla

memoria lo schema di questo rapporto. Le capacità tecniche inerenti alla sfera delle

professioni empiriche preindustriali

non

vennero allora considerate Suscettibili di

insegnamento teorico, bensì di un apprendimento pragmatico attraverso l'esercizio.

La « teoria » per eccellenza restava invece la filosofia, come visione metafisica

dellaessenza delle cose, che traeva solo indirettamente i l suo valore pratico dalla

capacità di plasmare l'animo del filosofo, riflettendosi nel suoatteggiamento (p. 46).

Lo sviluppo della rivoluzione industriale borghese ha poi finito col rovesciare,

anche in Germania, questo rapporto aristotelico tra la prassi e la teoria, tra la

tecnica e la scienza filosofica. Oggi la scienza non si configura più, come per

l'epoca precapitalistica, nella forma di una teoria metafisica delle sostanze,macome

controllo tecnico di processi oggettivati e previsione di relazioni tra grandezze

covarianti. La scienza si congiunge alla produzione attraverso la tecnica, diven-

tandoessastessa una forza immediatamente produttiva; dall'altro lato i progressi

251