

Cesare Cases
DA FILEMONE A TOLLER ( E RITORNO)
I l
Toller
di Tankred Dorst, ora apparso nella traduzione italiana di Aloisio
Rendi (Einaudi 1971), era già noto al pubblico italiano sia attraverso la messa
in scena alquanto estetizzante di Patrice Chéreau per i l Piccolo Teatro, sia attra-
verso quella ( splendida) del teatro di Stoccarda a cura di Peter Palitzsch, portata
lo scorso anno a Milano e a Firenze. Si tratta di uno degli ultimi importanti pro-
dotti della tendenza al dramma storico-politico imperante in Germania a partire
dai lavori di Hochhuth e di Kipphardt e che non accenna a declinare (dopo i l
Toller,
che è del 1968, si sono già avuti i l
Trotzki
di Peter Weiss e i l
Lutero
e
Miinzer
di Dieter Forte). Non ci sono dubbi sulla capacità propria di questo teatro
di mettere i l dito su eventi e figure cruciali della storia tedesca e non tedesca. In
particolare i l
Toller
offre scene in cui appare tutta la brutalità prenazista della
borghesia tedesca del 1919, per esempio quella (omessa da Chéreau) .in cui gli
studenti dell'università di Monaco inscenano una dimostrazione antisemita contro
Landauer che era venuto a tenere un discorso, o quella in cui lo stesso Landauer
viene bestialmente ammazzato. Palitzsch ne ha fatto delle scene indimenticabili,
così come ha genialmente inserito un filmato in cui i l grande attore austriaco
Helmut Qualtinger fa la parte di un ufficiale delle SS che rievoca i giorni di
Monaco, e in generale la sua interpretazione si annovera tra i migliori esempi a
noi noti di teatro politico nella tradizione piscatoriana. Peccato soltanto che abbia
inserito striscioni con accostamenti tra la repressione della repubblica consiliare
di Monaco e auella della primavera cecoslovacca che stemperavano la carica anti-
fascista in un liberalismo generico. Tuttavia anche la bravura di un regista non può
nascondere gli aspetti estremamente problematici della ricostruzione di Dorst.
Ricapitoliamo anzitutto i fatti. A l principio del 1919 la repressione della
rivolta spartachista scoppiata in seguito alla deposizione del capo della polizia berli-
neseEichhorn avevasegnato in Germania l'inizio di una reazionegenerale. Ebert e
Noske si erano rivolti alle vecchie truppe cheavevano ripreso il sopravvento. I l 15
gennaio venivano assassinati Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht. In pratica alla
fine di gennaio i l movimento dei consigli degli operai e dei soldati era stato stron-
cato dappertutto fuorchè appunto in Baviera, dove Kurt Eisner era presidente del
Zentralrat
dei consigli. Eisner era riuscito ad appoggiarsi anche a una parte dei
contadini ( i l
Bauernbund,
influente nella Baviera meridionale) che si era dichia-
rata favorevole all'idea consiliare. Ad essa erano invece avversi, naturalmente, i
partiti borghesi, soprattutto i l potente
Zentrum
cattolico (che in Baviera si chia-
mava
Bayrische Volkspartei)
ma anche la maggior parte dei contadini e una buona
parte degli stessi funzionari della SPD. Eisner non potè quindi opporsi alle elezioni
per una dieta (12 gennaio) ma continuò a tenere uniti i tre partiti di sinistra (SPD,
USPD e
Bauernbund).
I l 21 febbraio 1919 egli venne ucciso mentre si recava
all'inaugurazione della nuova dieta. Dopo la suamorte si cercò di mantenere l'unità
dei tre partiti e l'equilibrio tra sistema consiliare e parlamentare. Può essere che
Eisner fosse un semplice opportunista e non avesse idee chiare, ed è anche presu-
mibile che dopo la repressione nel resto della Germania l'equilibrio non avrebbe
potuto reggere a lungo. Comunque, specie sotto l'impressione della proclamazione
della repubblica dei consigli che aveva avuto luogo in Ungheria e che pareva immi-
nente in Austria, una parte degli operai (soprattutto SPD e USPD) cominciò a
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