Table of Contents Table of Contents
Previous Page  237 / 276 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 237 / 276 Next Page
Page Background

dellaLanzardocontieneprecisetestimonianze.Basti ricordarequella del responsa-

bilecomunistadei consigli di gestione di Mirafiori: « Eravamo tutti convinti che

sisarebberovinte le elezioni.Eravamoanchecerti che vi sarebbestata la reazione

delladestra, unmomentodi lottaarmata, e subitodopo lapresadel potere.Dice-

vamo:con laschedanonsi vince.Ma sidovevaavere il terrenoadattoalloscontro,

provocatodalla reazione».

Anchedopo la sconfittaalle elezioni, peraltro imprevista da molti militanti,

laclasseoperaianonchinerà la testa.Dopo l'aprile del '48 si apre infatti in tutte

lefabbriche di Torino unciclo ininterrotto di lotte, ogni voltaportateavanti dalle

avanguardie di massasenza il consensodelladirigenzaaziendale.Esserappresen-

tanol'ultima grandiosatestimonianzadelle aspirazioni e della disponibilità del

proletariatotorinese (e per molti aspetti italiano) a modificare insensosocialista

lastrutturadel potere in Italia. Il fronte di lotta si aprenei primi giorni dimaggio

conunoscioperospontaneo in tutti i grandistabilimenti per l'invasionedella fede-

razionedel PCI da parte della polizia e culmina a metà luglioconl'occupazione

dellefabbriche in seguitoall'attentato a Togliatti. E' nota la sollevazioneche ne

seguì in tutto il paese. A Torino il movimentodi rivoltaassunseunveroe proprio

carattereinsurrezionale.Con le armi inpugno, gli operai sibarricarononegli stabi-

limenti,sequestrarono i dirigentipresenti in fabbrica ( apartiredaValletta) e crea-

ronostaffettemotorizzate di collegamentoanchecon gli stabilimenti di provincia.

Il nucleodirigentepolitico e militare era costituito da gruppi di partigiani e di

giovanimilitanti comunisti,pronti a iniziare la resadei contisuordinedel partito.

Quest'ultimoinvece,dopoquattrogiorni di totaleassenzapolitica,decideràdi

bloccare il motoinsurrezionaleeattraverso il sindacatofaràsospendereogni forma

disciopero.Comenelle lottedeimesiprecedenti,nellamaggiorpartedellefabbriche

l'ordineverràrespintodaglioperai,checontinuerannoloscioperoaoltranza. Liliana

Lanzardoha tuttaviasottolineato « ladebolezzadelladirezionedelmovimentoda

partedegli operai », « pari alla radicalità delle aspirazioniespresse da questa

lotta» (p. 486). E infatti, di fronte ai partiti della sinistrachecercheranno di

convogliare il malcontentodellemassecontro le iniziativerepressive di Scelba, la

lottaspontaneadegli operaisubiràun fortearresto. Molti tra i comunistipiùcom-

battivi, dopoquest'ultima lezione politica ricevuta dal partito, abbandoneranno

persempre la militanza attiva.

Anchea seguito di questiavvenimenti,nell'estate del '48 Vallettamatura la

decisionedi esautorare gli organismi di fabbrica delmovimentooperaio.Relegati

all'opposizione di governo, i partiti della sinistra nonpossonopiù garantire i l

controllodellaclasseoperaia e d'altra parte la nuovasituazioneoggettiva, carat-

terizzatadalpassaggiodallaricostruzioneallosviluppo,esigenuovi rapportisociali

all'internodella fabbrica.

Nonva dimenticatoche il 1948segnaanche l'inizio del « cicloMarshall ».

Percontrastarel'espansionedel socialismo e per investireproduttivamentel'ecce-

denzainterna di plusvalore, gli Stati Uniti riversaronoun'ingentequantità di capi-

tali nelle nazioni più colpite dallaguerra. Paesicome l'Italia, la Germania e il

Giappone, in cui esistevaunagrandedomandainsoddisfatta di capitali e di beni

diconsumo, in virtù dell'interventoamericanoebberoun'intensosviluppoprodut-

tivo, a tal puntochenel 1954 il lororitmod'incrementoeconomicofiniràperessere

superiore a quelloregistratonegli Stati Uniti. Numerosi furono gli accordi fra i

grandigruppi,specienelcampodellaproduzionedi base.L'esportazione di capitali

italiani si riversòprincipalmenteverso i paesidelMedioOriente, del Nordd'Africa

235