

Franco Fortini
«PIU' VELENOSO DI QUANTO PENSATE»
Considerazioni non « marxiste »
I l Palazzo d'Inverno e i Musei, l i odio quanto voi. Ma la distru-
zione è vecchia come la costruzione ed è altrettanto tradizionale.
Distruggendo quel che odiamo, siamo stanchi e disgustati non
meno d i quando consideriamo i l processo della costruzione. I l
dente della storia è molto più velenoso di quanto pensiate; non
possiamo mai sfuggire alla condanna del tempo. I l vostro grido
resta ancora un grido di dolore, non di gioia. Distruggendo, restia-
mo ancora schiavi del vecchio mondo; anche rompere la tradi-
zione è una tradizione. Siamo minacciati da un pericolo ancora
più grande: non possiamo evitare la necessità d i dormire e d i
mangiare, qualcuno costruirà, al t r i distruggeranno, perchè « c'è
un tempo per ogni cosa, sotto i l sole », ma ognuno resterà uno
schiavo finchè non appaia un terzo elemento, qualcosa di diverso
dalla costruzione e dalla distruzione.
Aleksandr Blok, da una lettera non spe-
dita a Majakovski j, dicembre 1918
1. L a Nuova Sinistra ha ereditato dagli intel lettual i comunisti degli Anni
Cinquanta un preciso t ipo d i ipocrisia verso l 'Unione Sovietica. Dico Nuova
Sinistra come opinione stabilizzata, volgarizzata. Non soltanto un gruppo d i
formule pol itiche o di centri organizzati. Ma studenti o ex studenti cresciuti.
So benissimo che i «p i ù avanzati » s i vergognano d i quel la Nuova Sinistra
volgarizzata.
I l
loro bisogno d i essere «avanguardia » è insaziabile. Ma non
scrivo per loro.
Quale ipocrisia?
Di considerare scontato, saputo (noioso, per i più ebeti) quel che è acca-
duto nell'età di Stalin.
Quindici anni fa i professori del P.C.I. non trovarono abbastanza « marxi-
sta'> i l rapporto d i Khruscev .al Ventesimo Congresso, 1956. Togl iat t i invocò
un « approfondimento ». I sovietici se l a risero. L professori che, nove anni
prima, avevano applaudito i decreti d i Zdanov pensarono bene, nel silenzio
degli stor i c i sovietici, d i lasciar lavorare g l i stor ici capital istici, inglesi o
americani. Erano dei mi l i tant i , loro: si interessavano solo del significato pol i-
tico di quel passato prossimo. Pochi mesi ed ecco Polonia e Ungheria. Mol t i ,
dentro e fuor i del P.C.I., dovettero lusingare l a reazione operaia o d i base.
Essa compensava. con l'identificazione nel la 'durezza' — vera o immaginaria
e comunque vincente — del mi to staliniano un decennio di sconfitte sotto la
guida del P.C.I. Quelli che al lora vennero chiamati i 'carristi ' (e ce ne furono
in tut to l'arco della sinistra italiana) erano chi aveva fretta di tornare ad una
normale amministrazione del la propr ia partecipazione pol i t ica o , ne i casi
migliori, chi aveva bisogno d i distinguere con ogni esattezza la propr ia posi-
zione da quella dei tant i cui Ventesimo e Budapest avevano por to occasioni
di accesso, i n buona coscienza, al la casta pol i t ica dirigente Quest 'ul t imo è,
credo, i l senso positivo del silenzio d i Panzieri e poi d i « Quaderni Rossi ».
Opinioni, studi, letture non trovavano formulazione, non diventavano pubbliche
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