

nere, la disparità culturale t ra lavoratore manuale e lavoratore intellettuale,
anche se l'individuazione dei lavoratori improdut t ivi è i n una fase avanzata
e i l rappor to t r a operai e impiegat i amministrat ivi è completamente st ra-
volto rispetto al l ' impresa t ipica d i un paese capitalistico qualsiasi. Eppure,
non v i è dubbio, nel la fabbrica cinese, aleggia uno spi r i to nuovo e non è
esagerato dire che si respira un'aria insieme d i distacco e d i gioia. Tut to ciò
non è spiegabile unicamente nei termini idealistici d i una classe operaia che
si sente i l motore del la rivoluzione, che ha coscienza d i essere partecipe d i
una f inal i tà giusta, per cui; un'altra volta, i l f ine nobi le giustifica i mezzi più
duri.; i n realtà, ci troviamo di fronte a una classe operaia già modificata, che
si sente padrona degli strument i per la sua modificazione e per l'emancipa-
zione del l ' intera umanità, che progressivamente s i impadronisce d i t u t t i g l i
strumenti necessari per un'effettiva direzione sul le al t re classi, che costrui-
sce, giorno dopo giorno, la propria democrazia.
E' inut i le assumere atteggiamenti tr ionfal ist ici e dare per compiuto un
processo che è ancora agl i inizi e che soffre d i mi l le contraddizioni: è già
molto rendersi conto di essere giudicati sulla base di cr i ter i pol itici, che l'eco-
nomicità e l'efficienza sono cr i ter i subordinati, che l a cr i t ica e l 'autocri t ica
vengono usate per i l raggiungimento d i un'effettiva uni tà e per combattere
l'egoismo che è i n noi stessi e nei nostri compagni. Poter liberamente affer-
mare che la macchina viene fermata o che, comunque, c i s i può concedere
un periodo d i r iposo quando s i avvertono i sintomi del la stanchezza, è i l
segno di una l ibertà che può essere l imi tata solo dal la necessità d i raggiun-
gere una par i tà d i trattamento t ra t u t t i i lavoratori e t r a t u t t i i compagni.
Non smette ch i finisce pr ima, ma ch i s i stanca pr ima; questo vuole d i re
giudicare l 'uomo nel suo complesso e non l e capacità separate del l 'uomo,
questo vuole di re lot tare cont ro l'egoismo, per cui ch i finisce pr ima e non
è stanco aiuta chi è in ritardo, non facendolo sentire inferiore perchè « l'uno
si divide in due » e l 'aiuto è reciproco e, in un al tro momento di espressione
della personalità, l e par t i s i possono invert ire.
Si capisce allora in tut to i l suo valore la funzione dello studio delle opere
di Mao: l a consapevolezza raggiunta che i l f i ne del la produzione legato a l
fine della rivoluzione si persegue con tut t i i mezzi necessari all'elevazione del
livello generale d i esistenza, materiale e ideologico, del le masse. Per cu i i l
lavoro è ut i le e necessario nei l imi t i in cui viene compreso, la filosofia non è
slegata dal problema tecnico ma questo viene superato sulla base del principio
filosofico e al lora l 'uomo considererà i l r isul tato del lavoro come propr io.
Nello stesso tempo lo studio e i l dibatt i to pol itico è sempre legato fisica-
mente all'istituzione nel la quale si esplica la propr ia personalità per evitare
che divent i percezione d i concett i astrat t i , strumento pe r l a riproduzione
della divisione t r a lavoro manuale e intel lettuale e per l a proposizione d i
un t ipo d i emancipazione che premi semplicemente i p i ù capaci e non coin-
volga la generale condizione' d i alienazione.
Come l ' intel lettuale non deve diventare operaio così l 'operaio non deve
diventare intellettuale: l a f inal i tà è la nascita dell'uomo nuovo i n cui questi
due moment i s i fondano el iminando l a negatività del le due f igure„conse-
guenza d i un rappor to d i sfruttamento.
Se si vuole, al la f ine d i questo discorso, ri tornare al problema d i fondo
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