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figgere l a borghesia, e, i n un termine che è impossibi le stabi l i re a pr i or i ,

giungere al regno della libertà, al la società senza classi, al comunismo.

E' ovvio che i n tut to questo c'è un al to grado d i sperimentalismo: ma,

nella fase della distruzione, l'impresa capitalistica si abbatte e si supera solo

negando i cr i ter i sul la base de i qual i opera l ' impresa i n un sistema capi-

talistico.

Non esiste alcuna soluzione libresca soddisfacente al problema del supe-

ramento delle forme di mercato; ma quando si ribal tano le pr ior i tà, quando

la soddisfazione delle esigenze del le masse sostituisce l o scopo del la massi-

mizzazione dei pro f i t t i come f inal i tà del la produzione, quando i l problema

non è p i ù quel lo d i produrre per vendere comunque, ma per vendere a chi

ha espresso un bisogno reale, quando, i n generale, l'esigenza dei consuma-

tori non è più la copertura ideologica della pol i t ica delle imprese e i consu-

matori non sono più una classe costruita nella sua f i t t izia omogeneità da un

sistema fondato su valori puramente economici, ma un momento d i espres-

sione del la maggioranza de l popolo che sta costruendo l a sua omogeneità

soggettiva e obbiettiva, è ovvio allora che le categorie d i mercato, l'economia

politica, entrano i n cr isi f ino a scomparire e la polemica sul la loro elimina-

zione diventa una polemica formale.

La questione del la produt t ivi tà e improdut t ivi tà del lavoro i n un'econo-

mia d i transizione perde tut ta la sua raffinatezza e complessità accademica

e acquista i l valore elementare di un cri terio discriminante che traccia i l con-

fine t r a l 'ut i le e l ' inut i le per l a rivoluzione e per l a costruzione del l 'uomo

nuovo. Cos'è l ' impresa capitalistica? La sede naturale a l cui interno i l capi-

talismo perpetua i valor i del lo stato d i di r i t to. L' impresa s i f a istituzione,

nel tentat ivo ideologico d i negare l a permanenza del la conf l i t tual i tà con l a

classe operaia e ridiventa contratto nella creazione di una conf l i ttual i tà inter-

na con i proprietari passivi del capitale, conseguenza del processo di socializ-

zazione, e esterna con i consumatori, prodot to esasperato dell'alienazione,

effetto di una pol itica vol ta al consumo per la perpetuazione d i una produ-

zione sempre p i ù f ine a sè stessa, e con l e al t re imprese, i n una lot ta che

entra in contraddizione con la tendenza obiettiva al la concentrazione mono-

polistica ma che è l'espressione dell 'anarchia che diventa valore su l quale

si fonda un equi l ibrio innaturale.

Allora c i s i chiede cosa debba essere considerato lavoro produt t ivo e

cosa lavoro improduttivo: s i delinea un panorama catastrofico d i un sistema

costretto a sopravvivere sul la base del soffocamento dei valor i p i ù elemen-

tari, si invoca l ' intervento dello Stato negli stessi termini i n cui si potrebbe

invocare l ' intervento d i una divini tà, cadendo i n un'al ternat iva dramma-

tica; l o scetticismo, l a passività d i f ronte al l ' inevi tabi le oppressione del la

macchina sull'uomo, la ricerca d i un r i fugio pr ivato i n una famigl ia che s i

tenta d i astrarre dall'influenza del sistema nel suo complesso e che diventa

mito, oppure l 'estremismo luddistico, l a r ibel l ione cont ro t u t t o e t u t t i , i l

r i f iuto del progresso, della tecnica, della scienza, i l r i torno al pr imi t ivo in un

egocentrismo sterile e illusorio. (o, al l imi te, l a dichiarazione apodittica del-

l'esistenza d i valor i celat i che s i t ra t t a unicamente d i f a r r iappar i re a l l a

luce).

Se l ' impresa capitalistica è tut to ciò, i l mercato diventa la sublimazione,

la semplificazione estrema e formale d i u n fenomeno complesso e i r r i du-