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contro l'espressione ideologica delle loro condizioni. La concentrazione in uno

stesso luogo di lavoro si deve accompagnare alla lotta contro l'egoismo. Biso-

gna costituire condizioni analoghe al la fabbrica capitalistica ed a un tempo

lottare contro i valor i t ipi c i del capitalismo; t u t t o ciò, con una visione dia-

lettica che permetta d i salvare i valor i posi t ivi espressi dai contadini.

E' necessario al lora sbarazzarci d i una concezione volgare del la comune

popolare, come espressione di una tendenza al comunismo pr imi t ivo che carat-

terizzerebbe da sempre l a l inea d i Mao cont ro l a l inea d i Liu-Shao-chi. La

considerazione dei contadini come classe fondamentale per realizzare e por-

tare a compimento la rivoluzione proletaria, i l punto d i vista correttamente

dialettico secondo i l quale l'alleanza è, e deve essere, ne l processo r ivolu-

zionario, un momento di acquisizione positiva per entrambi gl i alleati, conse-

guenza di una visione generale secondo la quale la storia che ci ha preceduti

non è solo una somma di dat i e valori negativi, si trasforma in un'interpreta-

zione secondo la quale, attraverso la comune popolare,

si

starebbe realizzando

una società genericamente egualitaria, dominata dai valori della campagna, in

cui la classe operaia non avrebbe posto. E' sostanzialmente la tesi della impro-

ponibilità della rivoluzione socialista i n un paese tecnologicamente avanzato,

nel quale non sarebbe possibile costringere l a classe operaia al l ' inevitabi le

rinuncia al benessere acquisito e nel quale, al l imi te, sarebbe ipotizzabile, i n

un futuro non t roppo lontano, dominato dal le macchine e pr i vo d i valor i ,

una generale ribel l ione luddista contro le stesse. La Cina al lora va bene per

tut t i e l a comune popolare è osservata con attenta commozione, sia dagl i

inviati del « Corriere del la Sera », sia dagl i ideologi del PCI , che i n questa

interpretazione vedono una conferma della tesi della « unità nel la diversità »

e delle « vie .nazionali al socialismo ».

Ma la comune popolare non è questo; i l vecchio contadino che racconta

le sofferenze del passato e che «insegna a i bambini nel le scuole l a durezza

della l ot ta d i classe, l'esaltazione che da essi viene fat ta del la liberazione

dallo sfruttamento dei signori, l e storie drammatiche d i intere famigl ie di -

strutte dal la fame e dagli stenti, la gioia di poter lavorare la terra per sè e

per gli altri, sono elementi di una realtà più complessa dove è presente la fab-

brica, dove al la classe operaia è riconosciuta una funzione dirigente ( non

repressiva), dove, come dice Bettelheim, si è costruita un'unità non solo eco-

nomica ma anche politica.

La fabbrica è presente nella comune o è legata organicamente alla comune

perchè l a produzione risponda al le esigenze del le masse.

I l contadino va a lavorare nel la fabbrica e l 'operaio aiuta i l contadino

nella campagna. A l vertice d i ogni istanza i l comitato rivoluzionario, espres-

sione d i una reale democrazia, e momento d i sintesi centrale, sotto l a dire-

zione, attuale o tendenziale, del par t i to.

Distruzione e costruzione, cr i t ica e trasformazione passato e presente,

modificazione s t ru t t ura l e e l o t t a ideologica: scuola, famigl ia, fabbr i ca,

ospedali.

I l bambino nasce in una scuola nuova, dove la pol itica è messa al pr imo

posto e i valor i del la borghesia, l'egoismo e l'emulazione, vengono sost i tui t i

da quelli dell'aiuto reciproco, della solidarietà, di un nuovo umanesimo, dopo

una critica in cui tutti sono coinvolti e nulla viene celato. Nessuno è escluso,

nessuno aprioristicamente è migliore di un altro, tutti devono essere salvati.

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