

Come l ' incurabi l ità delle malattie è un principio innaturale, espressione della
divisione capitalistica del lavoro, così quel lo che riesce megl io negl i studi
ha unicamente maggiori responsabilità, deve amare d i più, deve aiutare ch i
si trova i n di ff icol tà. Già nel la scuola si cresce uni t i , i n un cl ima d i solida-
rietà che è f ru t t o d i una lot ta quotidiana che nel la scuola non è destinata
a f ini re. E nel la scuola si insegna che l'egoismo è un male del capitalismo,
che non esistono differenze qualitative nel lavoro. La divisione del lavoro non
è superata, anzi è ancora necessaria; ma non deve essere considerata st ru-
mento di privilegio. I n questi termini proporre già dai pr imi anni di infanzia
la verifica prat ica delle cognizioni acquisite, i l lavoro i n officina, i l contatto
con i l lavoro nelle campagne, non appare come moral istico bensì come stru-
mento per arrivare a un'uguaglianza reale; non negazione della scienza e della
tecnica, ma consapevolezza del loro valore solo se finalizzate a l servizio del
popolo, solo se s i cancella l a loro funzione d i st rument i d i acquisizione d i
privilegi ingiustificati, solo se si capisce che tut t i ne possono essere partecipi.
Lo stesso discorso vale pe r l a famigl ia, che è ist i tuzione borghese i n
quanto borghesi sono i suoi contenut i e i suoi valor i . Ma nel momento i n
cui, f i n dai pr imi anni di vita, si instaura una vi ta col lettiva e uno spi r i to di
confronto t ra tut t i i componenti del la collettività, al lora la famigl ia può tra-
sformai-si a l suo interno, divenire cel lula pol itica, momento d i confronto e
dibattito t ra i suoi componenti. I rappor t i t ra i coniugi e con i f i g l i non s i
modificano in conseguenza di un atteggiamento volontaristico teso alla costru-
zione della famiglia rossa, nè si tende a superare in questo microcosmo diffe-
renze storiche t r a uomo e donna per l a consapevolezza acquisita del l ' ingiu-
stizia di una disparità che è ulteriore riflesso della divisione del lavoro e della
separazione t ra lavoro manuale e intellettuale e t ra lavoro produt t ivo ed im-
produttivo, inerente alla società nel suo complesso; la trasformazione avviene
come conseguenza d i una trasformazione generale del rapporto t r a g l i indi -
vidui che nella famiglia trova un ulteriore momento di verifica e un ulteriore
strumento per realizzarsi.
La rivoluzione, specialmente negli anni seguenti a l 1958 f i no al la r ivolu-
zione culturale, ha visto non solo l a generale ribel l ione del la generalità del
popolo contro lo sfruttamento, ma, in particolare, un progressivo riscatto del-
la donna dall'oppressione da parte dell'uomo, e le donne che l a raccontano
non mettono mai alcun accento moral istico nella storia del la loro emancipa-
zione, che è conseguenza, non di un atto di generosità da parte dell'uomo, ma
di u n obiet t ivo inserimento ne l processo rivoluzionario complessivo, del la
consapevolezza acquisi ta d i essere divenute lavorat r ici
produt t ive
p e r l a
costruzione del socialismo, partecipi di una cultura nuova, compagne a fianco
di compagni.
Allora l 'uomo non può p i ù utilizzare, al l ' interno del la famigl ia, i l pr ivi -
legio che gl i deriva dalla sua partecipazione a un lavoro che•esclude la donna
per cause che si vorrebbero far credere di natura fisiologica; e la donna può
progressivamente acquisire la sua l ibertà, e una posizione d i par i tà nei con-
front i dell'uomo, evitando di accettare l 'offerta di una pari tà che rimane al lo
stato del la parola o del la costruzione intel lettual istica, o r inunciando a l l a
propria femmini l i tà con l'espressione di atteggiamenti provocatori che accen-
tuano l a divisione nei confront i dell'uomo.
Anche qu i i l pr incipio del la pol i t ica a l pr imo posto, ancora una vol ta,
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