

presta ad individuare le strut ture essenziali d i un'uni tà che gradualmente si
avvia ad essere i l momento caratterizzante d i una società socialista. Nazio-
nalizzare la terra, trasformare gl i appezzamenti di terreno in aziende di Stato
e dichiararle aziende d i t u t t o i l popolo, sarebbe stato, l 'abbiamo già detto,
un provvedimento burocratico che non avrebbe tenuto conto del le esigenze
delle masse e del le part icolar i esigenze espresse dal la classe dei contadini.
Ai contadini, infatti, usciti con la vi ttoria della rivoluzione da secoli di oppres-
sione, non si poteva negare, se non da un punto di vista astratto ed ideologico,
l'espressione d i una esigenza elementare; l'esigenza del la propr ietà indivi -
duale della terra che f ino ad al lora avevano lavorato per i padroni. La terra
di tut to i l popolo è stata considerata giustamente una meta da raggiungere
gradualmente e parallelamente all'elevamento de l l ivel lo d i coscienza pol i -
tica; i gradi intermedi sono appunto la collettivizzazione (cooperative d i
mo e di secondo grado) e la comune popolare, dove vige ancora i l pr incipio
della pi tpr ietà collettiva. Un punto fondamentale che bisogna sempre tenere
presente, e che è particolarmente sentito i n Cina (che è ancora un paese a
maggioranza contadina), è la f inal i tà d i unire tut to i l popolo attraverso l'ege-
monia e sotto l'egemonia del proletariato; i l che implica una soluzione corretta
del problema delle alleanze t ra le diverse classi rivoluzionarie, al fine d i supe-
rare t r a le stesse l e contraddizioni soggettive ed oggettive. Quando s i dice
che la classe operaia deve dirigere tut to e che i contadini poveri e i conta-
dini medi del lo strato inferiore sono i suoi p i ù fedel i alleati, si. esprime da
un lato i l pr incipio che l'alleanza si fonda principalmente sull'analogia del le
condizioni e del le contraddizioni mater ial i vissute dal le due classi ( i l pro-
blema dell'alleanza con la classe operaia da parte della piccola borghesia nei
paesi a capitalismo maturo esplode nel momento i n cu i i l sistema el imina
la possibilità per quest'ultima di acquisire i privi legi economici che le erano
riconosciuti i n a l t r i per iodi stor ici , e, parallelamente, i valor i tradizional i
della borghesia non sono p i ù recepibi l i e trasmissibi l i dal la stessa), dal l 'al-
tro s i rende espl icita una contraddizione che sarebbe mistificante e popu-
listico negare.
I contadini devono essere di ret t i dalla classe operaia anche quando,
par-
ticolarmente quando,
s i siano riscattat i da una condizione d i schiavitù. La
acquisizione del d i r i t t o d i propr ietà s i può esprimere, a l ivel lo ideologico,
nella esasperazione dell'egoismo. La classe contadina è una classe
fisicamente
divisa al suo interno e non ha realizzato quel l 'unità che è f rut to della rivolu-
zione borghese e che .è l a causa p r ima del la sol idarietà operaia; sol ida-
rietà, altruismo, uguaglianza creat i obbiettivamente dal la borghesia e che l a
borghesia si sforza continuamente di spezzare nella fabbrica tentando di inse-
rire ne l proletar iato i propr i valor i ideologici, parcellizzando l e mansioni ,
esasperando la divisione del lavoro, con lo strumento dell'incentivo materiale
nelle sue più diverse espressioni (cottimo, qualifiche ecc.). La contraddizione,
dunque, t ra contadini e operai esiste ed esiste per cause obiett ive che non
si possono eliminare con una dichiarazione d i fede o con la pura e semplice
mediazione, che al lora diventerebbe momento di repressione, del part i to. La
solidarietà non si inventa e non si crea dal nulla. La solidarietà è i l riflesso del-
l 'unità e del la omogeneità del la classe che sola può permettere i l passaggio
all'unità di tut to i l popolo. Al lora i l problema si pone nei termini delle modi-
ficazioni obiet t ive d i esistenza de i contadini e del la contemporanea l o t t a
210 —