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ritorno al leninismo è reso problematico dalle modificazioni qual itative del la

forza lavoro e dello stesso « operaio complessivo » produttivo: una nuova ipo-

tesi strategica e organizzativa non è legi tt imabi le senza r idef ini re i l ruo l o

della forza lavoro intellettuale (tecnici della produzione e circolazione, scien-

ziati, insegnanti ecc.) e i l senso stesso del la divisione d i lavoro manuale e

intellettuale. E ' un lavoro ancora quasi tut to da compiere i n I tal ia, e i l suo

nesso con i problemi strategici e organizzativi indica l 'urgenza e i l r i l ievo

immediatamente po l i t i c i d i un ' «offensiva teor ica » d a par te del la sinist ra

rivoluzionaria.

Le r i f lessioni svol te sugl i avvenimenti f iorent ini hanno por tato mo l t o

lontano dal punto d i partenza. Ma d i f ronte al la gravi tà dei f a t t i e, ancor

più, della loro risonanza, la risposta corretta non può esaurirsi i n una disso-

ciazione formale o moralistica, che è poi anche opportunistica quando viene

espressa da gruppi sol i t i a tr ipudiare d i ogni spontaneità, ad aff idare i nd i -

scriminatamente i l proprio nome pol itico a chiunque metta su un'azione qual-

siasi con l 'etichetta « proletaria » e copra d i accuse i l PCI (7) . Fra i l r i for -

mismo che canalizza nelle istituzioni la lotta di classe e lo spontaneismo con

esiti anentur i st i c i esiste un legame interno, d i r ichiamo e d i sollecitazione

reciproca, che •gli avvenimenti f iorent ini hanno ancor una vol ta esempl ifi-

cato e che costituisce del resto una contraddizione stor ica de l movimento

rivoluzionario, concettualizzata da Lukàcs in

Storia

e

coscienza di classe.

Solo

se si avverte e se si analizza i n profondi tà questo legame si possono trovare

gli strument i pe r spezzare questo ci rcolo squallidamente vizioso.

Fur io Ceru t t i

(7) Va precisato che non si vuole qui addossare a Lotta continua, Potere operaio e al

Manifesto, al le forze rivoluzionarie che essi rappresentano, l a responsabilità d i

quanto è accaduto a Firenze. Oltre a tutto, ragionare in termini giuridico-formali di

responsabilità non è marxista. Ma v i sono delle scelte politico-organizzative che

vanno chiarite e sulla cui portata è necessario che tut t i riflettano.

B E L F A G O R

N. 3 dell'annata vigesimasesta (31 maggio 1971)

Sergio Campailla,

Metodo cartesiano e metodo baconiano nel «De nostri tem-

poris studiorum ratione » del Vico. —

Giuseppe Angelo Peritore,

Punt i d i vista

sulla narrat iva di Brancati. —

Luigina Stefani,

Elsa Morante. —

Angelo Brel ich,

Per i l riconoscimento del l 'uni tà del la strada. —

Bruno Porcel l i,

Sul la genesi d i

due l i r i che gozzaniane. —

Augusto Mont i ,

Pr imo e u l t imo incont ro con don

Giustino Fortunato. —

Mario Picchi,

I l placido Po.

L e o n z i o Pampaloni, I l

sole

scaldava i disoccupati... —

Leo David,

Strumenti e milizia. —

Salvemini

e

Lussu

(lettera d i Mar io Isnenghi al la direzione).

RECENSIONI:

Gu y Pedroncini,

Les

mutineries de 1917;

Mar io Isnenghi,

I l mi to della grande guerra da Mar inet t i a

Malaparte (Giorgio Rochat). —

Ivone Ki rkpat r ick,

Stor ia d i Mussol ini (Paolo

Alatri).

R u g g e r o Zan grandi,

L' I tal ia tradita. 8 settembre 1943 (Paolo Alatri). —

Marina Federica Varese,

Bat juskov, un poeta t r a Russia e I tal ia (Giovanni Da

Pozzo). —

LIBRI RICEVUTI

(rassegna cr i t ico-bibliografica).

Abbonamento annuo (sei fascicoli): L i r e 5.000 (c.c.p. 5/16592 « Belfagor ») -

Un fascicolo, d i 120-128 pagine i n 4°, L i r e 1.000 - Casa Edi t r ice Leo S. Olschki,

c.p. 295, 50100 Firenze.