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cavallo del '70 e del '71 sono seguiti gli incendi ad alcune grandi fabbriche e

le azioni esemplari delle brigate rosse di nome ma nere di fatto.

In generale l a responsabilità immediata delle stragi e degli incendi è

stata attribuita agli anarchici, come coloro che sono per opinione comune

dediti a simili azioni politiche (anche Allegra dice, come s'è visto, che per

gli anarchici 'azione' equivale ad attentato). Ma la responsabilità indiretta

è stata subito attribuita a tutti coloro che partecipano alla lotta di classe

senza chiedere permesso a Berlinguer. I l centro politico non è mai stato

costituito dagli anarchici, scelti solo come comodi capri espiatori, ma da

tutti coloro che avevano sperimentato e vogliono ancora sperimentare nella

pratica la grande verità rivoluzionaria secondo la quale le masse e solo le

masse sono i veri eroi della storia e che dinnanzi a questi eroi i nemici di

classe sono veramente delle tigri di carta.

Bisogna essere indotti a pensare che le azioni di provocazione si inten-

sificheranno e ciò per due buone ragioni. La prima perchè appunto perde

ogni credibilità davanti agli operai quella organizzazione alla quale, diretta-

mente o indirettamente, viene attribuita la responsabilità dell'uso inutile e

individualizzato della violenza; la' seconda perchè sarà poi possibile persegui-

tare con ogni mezzo, fino al più illegale, una tale organizzazione alla stessa

stregua d i una banda d i pericolosi malfattori, isolati nella coscienza d i

ciascheduno.

Scoprire dunque chi sta dietro alla mano omicida per gli attentati del 25

aprile ed ora per quelli del 12 dicembre, non si riduce ad una semplice opera-

zione-verità come non si riduce ad una semplice operazione democratica

svelare con quali macchinazioni e con quali strumenti si metta sotto accusa

degli innocenti che tuttavia non negano la colpa di combattere lo stato della

dittatura della borghesia. Queste operazioni devono diventare invece parte

integrante di una linea politica che comprenda fino in fondo la natura delle

armi che la borghesia è intenzionata ad usare. In tempi in cui la borghesia è

al potere, le avanguardie rivoluzionarie sono sempre 'represse', ma si tratta

di capire in che modo si cercherà di reprimerle, perchè i modi non sono

sempre gli stessi e oggi siamo arrivati ai rimedi estremi. Si può farsi cogliere

completamente di sorpresa come in Francia, o bloccare molto rapidamente

come in Germania, ma si può e si deve fare tesoro degli errori comuni. I n

definitiva l'avversario di classe cerca nuove strade politiche non perchè deve

combattere uno o cento o mille rivoluzionari, ma perchè il suo rapporto con

la classe degli sfruttati e tutte le altre classi oppresse è cambiato ed è solo

per questo che uno, cento o mille rivoluzionari fanno paura.

Aquesto punto i l mantenimento del potere coincide con i l massimo di

illegalità e cioè con la negazione delle stesse norme regolatrici dei rapporti

di classe imposte e tenute per buone, ma per altri tempi. Ma è a questo punto

che le forze rivoluzionarie non devono essere così infantili• da disinteressarsi

per l'appunto della legalità, non nel senso, ovviamente, di mettersi in riga

con i codici alla mano, ma nel senso di non rinunciare ad attaccare a fondo

l'avversario quando è questo che esce allo scoperto e si sbarazza delle regole

che lui stesso ha imposto. Questo perchè l'uso della illegalità da parte della

borghesia è difficile, non per mancanza di volontà politica, ma perchè l'illega-

lità, come la legalità, deve essere amministrata da molte mani: vi è chi compie

il delitto e chi fornisce i mezzi, vi è chi finge di cercare i colpevoli e chi infine

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