

saranno ammesse, come non saranno ammesse altre sciocchezze che capitano
nelle università. Ha detto' che i delinquenti sono oramai perfettamente sotto
controllo della polizia e dei carabinieri i quali svolgono i l loro ruolo con
impareggiabile senso del dovere. Ha detto che tratterà sempre e volentieri
con i sindacati: lo ha fatto in passato e lo farà in futuro. Che nessuno dubiti
dunque, governo, sindacati e partiti in parlamento hanno costituito un grande
fronte contro la 'delinquenza' politica che sarà stroncata con ogni mezzo.
Almirante conta i suoi voti democristiani e se Andreotti gli fa l'occhiolino non
ha tutti i torti: è come per dire che Andreotti può fare, e molto meglio, quel
che vorrebbe Almirante, con una differenza però, che i l primo può anche
contare sulla collaborazione responsabile dei sindacati e sull'opposizione
costituzionale e democratica del PCI, e i l secondo no.
Quattro anni sono passati molto in fretta e li abbiamo alle nostre spalle.
Dal 1968 al 1971 l'avversario di classe si è trovato a fronteggiare una situa-
zione di emergenza e ha giocato molte carte estreme. E' sembrato, in questi
anni, che non fosse impossibile ridurre all'inefficienza i l vasto e complesso
corpo delle sacre istituzioni che garantiscono il potere politico in mano alla
borghesia capitalista. Così infatti è stato, e l'alta marea della lotta di classe
ha paralizzato per molto tempo tutti gli strumenti di controllo e di repres-
sione dello stato borghese. Ciò è stato possibile perchè in qualche misura i
revisionisti non hanno potuto subito contrastare la raffica di vento dell'est e
sono, stati loro malgrado trascinati al largo. E dunque l'avversario di classe
ha dovuto lui pensare a serrare bene le fila giocando su tutto lo schieramento
parlamentare: e mentre da un lato ha dato via libera ai settori del revanscismo
fascista nell'esercito, nella polizia, nella magistratura, nell'amministrazione e
ha rianimato il corpo morto della piccola borghesia ultrareazionaria, dall'altro
ha stimolato con ogni mezzo i revisionisti a rientrare in lizza, a riavvicinarsi
alla soglia del potere, a riprendere l a strada della comprensione e della
coesistenza pacifica.
I revisionisti hanno afferrata stretta l'occasione e non intendono lasciarla
cadere. Per attaccare dunque le avanguardie politiche rivoluzionarie che si
sono formate in questi anni, e per stringere d'assedio ed isolare le masse di
operai e contadini e studenti che non stanno al gioco, non sono scese in
campo lè sole tradizionali forze d i polizia. Ad esse si sono strettamente
legate le squadre degli attivisti sindacali e degli attivisti del Pci, mentre con
altri compiti di istituto, quelli del sabotaggio e della provocazione, operano
di conserva le bande bene equipaggiate degli amici della Cia e dei colonnelli.
Le squadre revisioniste e le bande fasciste sono entrambe accuratamente
protette dal governo, giù giù, fino all'ultimo commissariato di polizia. Le
loro funzioni sono diverse ma complementari. Quel che interessa è che
entrambe svolgono attività che beneficiano in ogni caso la politica del governo
e che quindi concorrono a mantenere in sella il nemico di classe. In questa
situazione il governo può presumere di usare ogni mezzo contro l'unica oppo-
sizione che si trova dinnanzi, quella formata dalle cento organizzazioni extra-
parlamentari che si rafforzano ormai in ogni fabbrica, in ogni scuola, in ogni
campagna.
—Tutti i mezzi sono stati usati e la serie delle azioni delittuose non è finita.
L'attentato del 25 aprile del 1969 è stato i l primo esempio. Poi sono venute
le bombe sui treni nell'agosto. Poi la strage di Piazza Fontana e Valpreda. A
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