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• di una lettera spedita, di Faccioli a Ivo della Savia. Eccola: « Pisa, 27 apri le.

Caro Ivo, i o e Piero siamo stat i da El iane e Giovanni i qual i si sono racco-

mandati di non raccogliere le provocazioni di Mantovani, visto che sembra che

sia successo a Eliane, una volta che era andata da lui con dei mandati« degli

spagnoli, che i l porco le aveva chiesto se era i n regola con l a polizia, al t r i -

menti c i avrebbe pensato lui , dato che ' loro' erano i n buoni rappor t i . Del

resto i l finale del l 'articolo era tut to un invi to al la p. ad essere p i ù efficiente.

Abbiamo rabbr ividi to al pensiero che avremmo potuto trovare davvero M. ,

ma pare che la Pietroni non sia un affare migl iore, t roppo legata a Manto-

vani, dice Giovanni. No i non abbiamo det to niente a Eliane, ma i n prat ica

sappiamo che cosa vuol dire, specie adesso, che come avrai appreso dai gior-

nali sono cazzi acidi per tut t i . E. mi ha dato 20.000 L. per te. Dieci le ha prese

tuo fratel lo e le al tre sono a tua disposizione solo se viaggi ».

I l giudice Amat i fa gran conto di questa lettera, e pr ima di lui la polizia.

In nessuna considerazione invece viene tenuta l a circostanza che la let tera,

datata 27, quando cioè i Corradini erano già in stato d i fermo, anche se non

lo si sapeva ancora, è specchio fedele di uno stato d'animo provato da moltis-

simi mi l i tant i dopo g l i attentat i : sapere per certo che l a pol izia starà al le

loro calcagna, perquisi rà l e l o r o abitazioni, l i interrogherà, sequestrerà i l

materiale pol i t ico nel le case e nel le sedi. Come è capitato e come capiterà

ancora. E "cazzi acidi ' sono stat i veramente, come con preveggenza faci le

in fondo, scrive Faccioli. La polizia e la magistratura ovviamente hanno preso

l'espressione come confessione d i responsabilità, perchè così

doveva

essere.

I l reperto

57 rappresenta i l caso più clamoroso. Si t rat ta di uno schema

di ordigno esplosivo, o così almeno viene definito dal l 'UP. Al l 'origine appare

sequestrato, alle ore 10 del 28 in casa di Faccioli a Pisa, e così risul ta elencato

nel verbale d i sequestro. Ma già i l 28 quando l a pol izia interroga a lungo

Faccioli su tut to i l materiale sequestrato, non -gli chiede mai nul la d i questo

'schema', come se non c i fosse. E i nfat t i del lo schema si r ipar la soltanto à

Milano, nel l ' interrogatorio del giorno 29 davant i a Calabresi, ne l modo se-

guente: « AD. R. I l disegno

t rovatomi i n tasca de i pantaloni

che indosso

attualmente, disegno raffigurante l o schema di un ordigno esplosivo con rela-

tiva descrizione manoscritta delle componenti chimiche e fisica degli elementi

atti a comporre l'esplosivo stesso, f u da me trovato... ». Dunque i l 'disegno'

viene repertato i l giorno 28 ma... trovato addosso a Faccioli solo i l giorno 29,

in questura! Lo schema è importante per la polizia e per Amati: su istruzioni

di quest'ultimo i l per i to d'ufficio Cern 'costruisce' una bomba efficentissima

e complicatissima, uguale i n t u t t i i suoi componenti a quel la che sarebbe

stata collocata alla Fiera i l 25: così dal disegno sappiamo com'era la bomba,

poichè dai rest i t rovat i sul luogo non s i riuscirebbe a r icostrui re niente. I l

verbale del sequestro è stato denunziato come falso: i funzionari d i Livorno

e di Mi lano sulla questione hanno eseguito alcuni salti mortal i. Uno dice che

Faccioli ha t i rato fuor i lui i l disegno di tasca, come per farsi fresco; un al t ro

che gl i è caduto dal la tasca; un terzo che gl i è stato trovato addosso i n un

corridoio durante una perquisizione: nessuno dice però d i averglielo

messo

in tasca. Come in ogni cosa la spudoratezza dell'UP ha qui raggiunto apprez-

zabili l ivel l i, ma solo perchè s'è trovato, negli att i , di che far la rilevare anche

ai ciechi: i l più spensierato dei funzionari è stato i l ben noto Muci l l i i l quale,

senza arrossire, ha affermato che s ì i l disegno s'era t rovato a Mi lano, ma