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Angelo Pietro nato San Vito Tagliamento 11-7-49 indicato pure come dinami-

tardo amico suindicati Braschi et Faccioli punto. Questore Parlato ».

I l telegramma viene spedito alle ore 14,15. Prima della perquisizione in

casa Corradini non risulta effettuata alcuna indagine: dopo la perquisizione

nemmeno. I l verbalè d i perquisizione ed i l telegramma sono i primi at t i

'istruttori' della polizia. I n dibattimento nessuno dei funzionari interrogati

ha spiegato come si è giunti alla perquisizione e meno che meno ha dato

ragione delle stranezze contenute nel telegramma. Bisogna infatti subito qui

anticipare che: a) i 'fogli di carta' rinvenuti dai Corradini non sono 'vergati'

da Braschi; b ) i l loro contenuto, manco a dirlo, non è 'eversivo' nemmeno

per una serva di Maria; e) i caratteri del foglio scritto a stampatello verranno

dichiarati di mano diversa da quelli tracciati sul volantino trovato sul luogo

dell'attentato alla Biblioteca Ambrosiana; d) non si saprà mai chi abbia rife-

rito che Braschi sia un attivo dinamitardo e abbia commesso l'attentato al

Palazzo d i Giustizia d i Livorno.

I l telegramma (storico) di Parlato fa i l paio con le dichiarazioni (stori-

che) d i Guida (successore di Parlai()) dopo gli attentati del 12 dicembre:

l'uno e le altre sono programmatiche e in sintesi tacitiana delineano l'accusa

e prefigurano la condanna. Non c'è altro da dire: dal momento in cui il fatale

telegramma viene inviato, tutti gli sforzi della Questura saranno tesi a soste-

nerlo. La strada è stata tracciata.

La Questura di Livorno si mette subito in marcia e chiede l'autorizza-

zione a perquisire l'abitazione di Braschi « gravemente indiziato di aver con-

sumato gli attentati dinamitardi recentemente verificatisi » in Milano, e anche

perchè « fonte informativa ha indicato nel Braschi Paolo uno dei probabili

attentatori dell'attentato perpetrato al la sede del Tribunale d i Livorno l a

notte dal 24 al 25-12 u.s. ».

Così alle ore 15 l'abitazione di Braschi viene perquisita. I l materiale seque-

strato consiste in trentasei 'pezzi' fra lettere, volantini e libri (del tipo: un

corso d i lingua tedesca, una cartolina con veduta panoramica d i Pisa, un

'poster' di Brignetti, un opuscolo dal titolo 'bilancio sull'accordo delle pen-

sioni'...). Ma i l grosso del sequestro è costituito da: « un piccolo rotolo di

zinco, varie verghe dello stesso metallo di vario tipo, un pezzo d i f i lo d i

rame, un pezzo di cartone e 5 pezzi di vetro ». A parte viene sequestrato e

repertato « un percussore a mol la usato generalmente da i dinamitardi ».

Braschi, come Valpreda, costruisce lampade Tiffany: chi non si ricorda i famosi

'vetrini' di Valpreda? La polizia l i conosceva e l i aveva in mano otto mesi

prima. I l percussore sarà comunque il pezzo forte. Solo che risulterà poi che

si tratta di un residuato dell'esercito e che a Livorno si fa pesca notturna

di frodo con l'esplosivo.

La giornata del 27 si chiude con i l primo interrogatorio d i Braschi a

Livorno: l'interrogatorio non ha segnata l 'ora d i inizio, ma è verosimile

situare questo primo scontro verso le 18. Lo si f a parlare del più e del

meno e solo verso la fine gli si contesta la ragione del suo fermo: AD. R.: « Ho

seguito e seguo i resoconti giornalistici degli attentati dinamitardi, ma non

ho mai partecipato direttamente o indirettamente al la esecuzione d i essi.

Nulla so infatti dell'attentato della notte di Natale al Palazzo di Giustizia di

Livorno e nulla so degli attentati recentemente verificatisi i n Milano, dei

quali ho avuto notizia solo attraverso la stampa ». Gli inquirenti però gli rivol-

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