

gono subito dopo una stranissima domanda alla quale i l Braschi così risponde:
AD. R.: « Non ho mai fat to uso d i alcuna bai ta i n al ta montagna, nè sono a
conoscenza se ne abbiano fatto o ne facciano uso i miei amici di Mi lano o di
Livorno ». Non è importante qu i l a risposta, è importante piut tosto l a do-
manda: come mai i funzionari d i pol izia invece d i interrogare Braschi sugl i
attentati per i qual i è stato fermato gl i rivolgono domande così 'campestri'?
I l mistero si scoprirà solo i l 28. L' interrogatorio di Braschi è composto di t re
fogli: i pr imi due sono sottoscritti da Braschi i n calce, i l terzo no. Nel terzo
c'è questa affermazione: AD. R « I l percussore a mol la rinvenuto nel la mi a
abitazione ritengo sia stato lasciato dal mio amico Faccioli Paolo, i n quanto
l'ho notato l a pr ima vol ta dopo una visi ta fat ta a casa mi a da l l o stesso
Faccioli. Ciò è stato circa un mese fa ».
Nel secondo fogl io, sottoscritto da Braschi, propr io al la f ine c'è invece
quest'altra dichiarazione; AD R.: «... non so dire come io sia venuto in posses-
so del percussore che mi mostrate... ».
Alle 20,30 un nuovo telegramma di Parlato: chiede alle questure di Livor-
no e di Pisa di 'recapitargli' i fratel l i Braschi e Faccioli, anche se di quest'ul-
timo non si ha ancora notizia. Al le ore 21 l a questura d i Livorno predispone
i l verbale di fermo di Braschi Paolo e di Braschi Carlo: i l fermo è legittimato
dal ritrovamento « di lettere dalle qual i si rileva la partecipazione del Braschi
Paolo a gravi del i tt i ed a seguito dell'interrogatorio al quale è stato sottoposto
i l predetto ». Come si può vedere mai verbale d i fermo f u più inconsistente:
lettere compromettent i i n f a t t i non sono state t rovate e nel l ' interrogatorio
Braschi ha negato qualsiasi responsabilità. Ma la carta si lascia scrivere.
Intanto a Milano, e sono le ore 21,30, Corradini rende i l suo primo interro-
gatorio all'Ufficio Politico. Non gl i si cava d i bocca niente.
La giornata del 27 è così f ini ta.
28 apr i le
La giornata si apre con la Questura d i Livorno che perde la testa. Sul la
onda degl i avvenimenti non r inuncia a prendersi una parte d i glor ia e non
vuol f a r credere d i essersi fat ta bagnare i l naso dal la Questura d i Mi lano:
e così manda un frenetico rapporto al la procura del la repubblica d i Livorno
per vantare primogeniture su Braschi.
A proposi to del l 'attentato a l Palazzo d i giustizia nel rappor to s i legge:
«Durante l 'espletamento del le indagini , avviate i n ogn i direzione e negl i
ambienti p i ù disparat i , fonte f iduciar ia [ i l questore Par lato?] at tendibi le
riferì agl i investigatori che g l i inqual i f icabi l i at tentator i andavano r icercat i
fra quei giovani, non cer to d i adamantina coscienza, i qual i , t r iste eredi tà
del dopoguerra, insofferenti d i qualsiasi vincolo sociale, sono sol i t i scagliarsi
contro ogni forma d i legalità ed i sospetti incominciarono a convergere sui
fratel l i Braschi nonchè su alcuni loro amici ».
Intanto alle ore 10 si procede al la perquisizione del la abitazione d i Fac-
cioli a Pisa. I reper t i sono i n tut to 57, d i cui cinquantacinque sono i sol i t i
'manifesti di contenuto eversivo' e solo gl i ul t imi due meritano qualche atten-
zione. Se ne parlerà dopo. Gustoso è i l reperto n. 30 'un piccolo fogl io in cui
è r ipor tato un indirizzo' : ag l i investigatori sfugge che s i t ra t t a del la sigla
tradizionale con cu i l a DGG numera i dischi del la collezione Archi v e che
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