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Giuliano Spazzali

IL PROCESSO AGLI ANARCHICI

PROVAGENERALE DEL PROCESSO VALPREDA

L'occasione pe r deplorare « i l c l ima d i tensione, d i smarr imento e d i

infrenabile violenza instaurata da ciechi estremismi pol i t ici » e l e « manife-

stai ioni d i u n caos ideologico che nessuna posizione pol i t ica varrebbe a

spiegare » (Corriere della Sera, 27-4-69) giunge puntuale a fine apri le del 1969.

Non si trat ta del solito grido di dolore che ogni mattina da tempo è possi-

bile leggere sui buoni giornal i d i informazione, e però non è ancora un pro-

clama agl i ital iani, come di re un programma d i riscossa per la maggioranza

silenziosa. Questo arriverà dopo i l dicembre 1969, sull'onda degli attentati d i

Milano e mentre dura una del le p i ù decise e grandiose lot te operaie degl i

ul t imi venti anni. Ad aprile bisogna prepararlo i l terreno della riscossa qualun-

quista, i n un momento sfavorevole e delicato.

Dunque bisogna richiamare alle armi gl i smobi l itati cacciatori di streghe,

bisogna dar loro fiato. Le grida contro i l picchetto duro, le interruzioni delle

lezioni o di qualsiasi al tro 'pubblico servizio', le manifestazioni d i piazza che

«degenerano » i n scontri violenti, non bastano. La piccola borghesia urbana,

gli ortodossi del potere, sono i n letargo da troppo tempo (almeno dal l ' inizio

del 1960, con Tambroni). C'è bisogno di qualche cosa di più compromettente.

Questo 'qualche cosa' è l'attacco indiscriminato al la bomba contro citta-

dini qualsiasi. E ' quello che c i vuole da sempre ed è quello che infat t i si fa.

A par te l a paura fisica, l 'attacco al la bomba legi t t ima una generalizzazione

ideologica semplice e facilmente diffondibile. ovunque: « nessuna spiegazione

politica » vale a spiegarlo ed è quanto basta per di re e f a r credere che l e

posizioni di sinistra e specie quelle che sostengono ben altre 'violenze' rivolu-

zionarie, non sono posizioni politiche ma sono posizioni di delinquenti comuni:

Attaccare i rivoluzionari i n quanto tal i , sul terreno del lo scontro pol itico, è

sempre difficile; attaccarl i o poter l i attaccare come dèlinquenti è l a formula

che ha fat to fortuna nella storia.

Così po i sarà anche faci le mettere insieme picchetto duro e manifesta-

zione che 'degenera' con l'attacco al la vi ta d i ciascheduno, t u t t i f r u t t i d i un

solo odio cieco e senza legge. E i l dormiente si sveglierà non solo in occasione

dell'attentato al la bomba, ma anche, ed è questo ciò che p i ù conta, i n occa-

sione d i ogni lot ta operaia o studentesca.

Dal grido di dolore al progràmma nazionale della maggioranza silenziosa

si passa (senza retorica) attraverso mol to sangue.

E' questa l 'ora delle più grandi atrocità. I n quest'ora è scattata appunto

la provocazione più sordida e più vile: le bombe del 25 aprile, le bombe sui

treni dell'agosto, le bombe del 12 dicembre. Lo stato •d'assedio i n cui sono

state messe le avanguardie pol itiche formatesi i n questi anni d i lot ta è una

prima conseguenza del la provocazione, ma non l a p i ù importante. L'attacco

agli operai i n ogni fabbrica quando scendono i n lot ta con metodi non 'orto-

dossi' anche se non nuovi, è diventato norma con l'acquiescente silenzio del

Pci e del le central i sindacali. S i t rat ta d i episodi inf ini t i dell'esercizio p i ù

duro e scoperto del la di t tatura del la borghesia, che oggi con una variante

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