

scandaloso de l provvedimento ministeriale è che g l i incar ichi s i r i fer ivano
all'anno accademico 1969-70 durante i l quale i nuovi incaricati avevano rego-
larmente svolto i l propr io lavoro d i ricerca e d i didat t ica i n Facoltà, fat to
esami, etc.; i n relazione a questo fat to i l ministero precisava anzi demago-
gicamente che — mentre ai f ini remunerat ivi e d i carriera l ' incarico era da
ritenersi at t r ibui to a i vecchi docent i — i l lavoro dei nuovi docenti poteva
essere riconosciuto « ai so l i f i n i d i da t t i c i ». Contemporaneamente un'al t ra
delibera ministeriale sugli incarichi 1970-71 ( s i noti, siamo ai pr imi d i marzo
1971), lasciava i n sospeso « per ul ter ior i necessari chiar iment i» i l 90% de i
nuovi incarichi at t r ibui t i dal CdF.
Su questo scidpero e sul conseguente blocco della didatt ica gl i studenti
reagiscono positivamente e appoggiano l e rivendicazioni de i subalterni. E '
forse questo i l pr imo caso d i adesione degl i student i a posizioni espresse
autonomamente dai docenti. La vertenza, che raggiunge momenti mol to aspri,
ha nel CdF la più immediata controparte. I l CdF sta al gioco: accetta le criti-
che, promette un pronto intervento presso i l ministero e i l Rettorato, minaccia
le dimissioni e va in delegazione a Roma a colloquiare col Ministro. Risultato
(8 marzo) , u n comunicato i n cu i s i dichiarano l e volontà de l Mini st ro a
reintegrare i 9 docent i d i cu i sopra e a prendere immediate decisioni per
quanto riguarda i nuovi incarichi 1970-71. L a categoria continua comunque
l'agitazione: sono state approntate del le l iste dal le qual i r isul ta che su 300
persone docenti i n Facoltà solo 60 godono d i una strutturazione. Per tut to
questo personale s i rivendicano i punt i del la piattaforma: giusta causa del
licenziamento, contratto collettivo, indennità di pieno tempo... I l CdF accetta
la piattaforma e formula una lista del personale che intende strutturare impe-
gnandosi a reperire i fondi presso Rettorato e Ministero. I l Rettorato mantiene
su tut to i l p i ù rigoroso silenzio: i l suo cospicuo bi lancio vediamo chi gl ielo
tocca. Anche dal ministero non s i riceve p i ù alcuna comunicazione.
E' a questo punto che scatta i l pr imo dispositivo di sicurezza del sistema
e provoca una grave spaccatura al l ' interno della categoria dei subalterni che
si prolunga verticalmente f i no a d evidenziare una g i à latente spaccatura
interna alle avanguardie studentesche. Proclamando che le rivendicazioni sono
state accol te e che l a posi t iva soluzione del la posizione contrattuale de i
singoli docenti deve comunque avvenire sulla base dell'effettivo impegno nella
gestione didatt ica del la Facoltà; i gruppi PCI e af f i n i s i dichiarano per l a
«ripresa qual ificata » del la didat t ica d i massa i n funzione d i u n « sapere
alternativo» funzionale al le masse ( e briciole d i questo sapere arriveranno
anche agl i studenti lavoratori ai qual i si promettono corsi riassuntivi i n ore
serali). Contro questa posizione l a maggioranza dell'assemblea r ipropone i
termini ancora gravi e acuti del conf l i tto che oppone autorità accademiche e
Ministero da una parte e docenza subalterna e studenti dall'altra. Si dichiara:
tra l 'altro: (cont ro l'accusa di economicismo lanciata alla lotta portata avanti
dalla categoria) « che la lot ta dei subalterni non è economicistica nè corpo-
rativa poichè par te dal l 'anal isi che st ia profondamente mutando l 'uso che
i l docente fa dell'università ( i n part. i l doc. subalterno e i giovani laureati);
da luogo di acquisizione di t i tol i da usare prevalentemente all'esterno (profes-
sione) a fonte d i reddi to da lavoro tendenzialmente unica. Questo fenomeno
tende -a diventare quantitativamente rilevante con l'espansione di massa della
scolarità. Parallelamente a questo processo si assiste a l r iprodursi su scala
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