

grante di tale disegno. Essa « d à forma di legge ai processi di riorganizza-
zione capitalistica che stanno passando nei fatti nel sistema di istruzione: a)
la ricerca scientifica i n funzione del potere politico-economico e dei suoi
sforzi d i ridurre l a contradditorietà del sistema (rapporti_ tra dipartimenti
commesse industriali — programmazione); b) la stratificazione degli stu-
denti i n funzione del mercato del lavoro (livelli d i laurea - scuole serali,
etc.) » (2) . Ma far passare la legge non basta se esistono opposizioni consi-
stenti t r a studenti e docenti. Allora bisogna ingannare, cooptare e divi-
dere gli studenti; ricattare e annullare i docenti. I fatti di Architettura sono
l'attuazione, resa esplicita, di •questo disegno, ma ne registrano anche uno
scacco fondamentale: quello di aver dovuto ricorrere, per imporlo, a forme
di esplicita e violenta repressione. Se le lotte di cui sono stati attori a Milano
gli studenti di Scienze, di Ingegneria, di Architettura per i l presalario, per
il controllo politico degli esami, per la soluzione del problema degli studenti
lavoratori hanno costituito, sia per gl i obiettivi posti, sia per l a prassi d i
lotta adottata (blocco del calcolatore, contestazione degli esami giudicati
«troppo difficili per l a media degli studenti ») una importante ripresa del
movimento di massa degli studenti e una significativa correzione della linea
politica imposta come egemone dall'MS della Statale, l e azioni repressive
messe i n at to dal Governo hanno contribuito a cementare tal i iniziative
secondo Unitari obiettivi di lotta e a creare quindi al disegno riformistico
una barriera d i opposizione di massa assolutamente spontanea e i n larga
misura inaspettata.
In secondo luogo, per quanto riguarda i docenti subalterni, l'esperienza
della lotta condotta e la coscienza del riscontro che tale lotta ha trovato al
livello della lotta studentesca dentro e fuori la scuola, costituisce un riferi-
mento prezioso per una categoria sempre in bilico tra i l ricatto elitario e la
coscienza della sua tendenziale proletarizzazione. Sta qui l'importanza politica
di tale lotta, che si è sviluppata anche su obiettivi economici categoriali e
secondo. tempi e metodologie autonomi da quelli studenteschi, ma ha sempre
saputo sincronizzarsi ne i momenti caldi — blocco de l calcolatore, viale
Tibaldi, ecc. — con le iniziative di massa degli studenti e gli obiettivi generali
della loro lotta.
Gli obiettivi che, a partire dal novembre scorso, i l movimento si propo-
neva erano quelli d i una corretta impostazione sindacale dei rapporti t ra
la categoria e l'istituzione universitaria. Problema non da poco se si pensa
come i l lavoro didattico (pesantissimo quest'anno soprattutto ad architet-
tura dove gl i iscritti a l a n n o sono aumentati del 50% e i l totale degli
iscritti è ca. 2000 contro i 1500 del '69-'70 e i 1200 del '68-'69) viene prevalen-
tementé svolto da personale privo di qkialsiasi garanzia contrattuale e con
remunerazione nulla o infima. (Permane infatti l a categoria del « docente
volontario », carica anticamente onorifica e come tale gratuita; questi « assi-
stenti'> lavorano oggi in facoltà o al servizio di qualche barone, per il quale
assolvono i l gravoso compito della didattica — o in modo autonomo come
conduttori a titolo personale di particolari ricerche: sono questi ultimi ovvia-
mente i più esposti alle faide di potere e è ad essi che vengono in genere
(2) Dal la mozione approvata dall'assemblea ci t tadina presso l ' ist i tuto d i fisica, i l 27-5-1971.
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