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ne contro l 'ondata repressiva e per conquistare l 'agibi l i tà politica, tanto più

PCI e G.C. lavorano per frazionare i l movimento, proponendo per Archi tet-

tura (dove sono f o r t i ) u n ripiegamento su posizioni d i difesa corporativa.

PCI e G.C. convergono pienamente: « contro gl i estremisti e i reazionari

che collaborano per rovinare l a Facoltà d i Archi tettura, bisogna affermare

la necessità di sviluppare i l lavoro didattico e di ricerca ». Nei fat t i ciò signi-

fica: mentre intorno si combatte contro la « normalizzazione », contro i l ritorno

all'ordine imposto, l a l inea è: autonormalizzarsi! I n t an t o l '« Unità.» spiega

agli operai come stanno le cose: scrive i n quei giorni, i n un articolo vistoso,

che la repressione che si è abbattuta sul la Facoltà d i Archi tet tura (dopo la

lotta d i viale Tibaldi ) e r a dovuta a l f a t t o che l e forze conservatrici non

avevano potuto sopportare l 'audacia rivoluzionaria d i quel « convegno sul la

casa » coi sindacati promosso dagli accademici del PCI al la fine d i maggio, e

di cui nessuno, fuor i della Facoltà, sapeva nulla. Un fat to è certo: i proletari

senza casa ad Archi tettura hanno messo i l di to sulla piaga del r i formismo e

i l PCI cerca d i confondere le acque agl i occhi degli operai. Così si vanterà,

sperando che c i s i sia diment icat i dei fat t i , d i avere ottenuto l'eliminazione

dei centr i sfrattat i , quando ciò era i l risul tato degl i accordi del Comune coi

capifamiglia d i viale Tibaldi .

PCI e G.C. 'cercano d i riguadagnare i l terreno perduto durante l a setti-

mana d i viale Tibaldi e uti l izzano l a repressione — e l a demagogia sugl i

opposti estremismi — per recuperare su posizioni qualunquiste e moderate,

di autoimposizione del l 'ordine, l a massa degl i student i spaventati. PCI e

G.C. (piccola minoranza opportunista nel le assemblee d i c i t tà studi ) r icon-

quistano, coalizzati su queste basi, la maggioranza nell'assemblea di Architet-

tura; e tentano d i separare, con logica frazionista, l a questione d i Architet-

tura dal movimento complessivo d i ci t tà studi contro l'occupazione mi l i tare

e l a normalizzazione.

In quei giorni, la ricomposizione a destra degli equi l ibr i pol i t ici avviene

in mezzo a contrast i nel la maggioranza; avviene sul la debolezza ma anche

sulla violenza. Colombo afferma che occorre stroncare i picchet t i operai

e studenteschi. Al la Si r d i Porto Torres pol izia e baschi ner i attaccano con

grande violenza gl i overai i n lotta. Poi a Napol i e a Firenze. E' un attacco a

tutto i l movimento di classe, degli operai e degli studenti; L'occupazione mi l i-

tare di Città Studi, dopo la settimana vincente di viale Tibaldi, ha i l senso di

una r ivinci ta del la classe dominante e d i un tentativo d i stroncare i l movi-

mento perchè non possano più ripetersi certe cose: l a saldatura di una lotta

proletaria e del la lot ta degl i studenti, cont ro una « pace sociale »

proposta

dai capitalisti e dal PCI con l'inganno ri formista e

imposta

con la repressione.

Nel contesto generale, la situazione d i Ci t tà Studi ricorda i l dopo-maggio i n

Francia. Mentre l a grande lot ta al la FIAT r i f luisce su l compromesso sinda-

cale, mentre i picchett i vengono attaccati davant i al le fabbriche da pol izia

e carabinieri, e a Milano, a Roma e a Tor ino « tribunal i speciali)) pronunciano

sentenze gravissime contro i mi l i tant i pol i t ici del la sinistra, e si diffondono

le bocciature politiche dei mi l i tant i nelle scuole medie — la polizia che tiene

l'università spiana la strada a una « riforma » che fa i l paio con quella Faure

e i l PCI attaccando a sinistra s i appresta ad inser i rsi ne i meccanismi d i

cogestione delle future università.

La l o t t a cont ro l'occupazione mi l i tare assume u n significato po l i t i co

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