

sviluppare la mobilitazione di massa; l a lot ta per la casa nella forma dell'oc-
cupazione è solamerite una (certamente l a p i ù efficace e politicamente pro-
duttiva, a cer te condizioni) del le iniziat ive che è possibile prendere. E i l
riferimento costante de l l a mobi l i tazione al l ' iniziat iva operaia i n fabbr i ca
è l 'unica via, come s i è det to p i ù vol te, pe r superare l o spontaneismo e
i l settorialismo.
Ed è appunto questo i l passaggio determinante su cui misurarsi, quel lo
del rappor to fabbr ica-quartiere, autonomia operaia e organizzazione ' terri-
toriale. Quanto s i è verificato nel la lot ta d i viale Tibaldi , una larga solida-
rietà operaia attorno ad essa, è una condizione indispensabile, e non sempre
facilmente raggiungibile, pe r u n sal to i n avant i de l movimento. Qualsiasi
lotta, anche se sacrosanta, dura e avanzata; rischia d i soffocare se non ha
un vasto retroterra pol i t ico che l a sostiene, se l a classe operaia (non solo
le sue avanguardie più mature e consapevoli, ma larghi settori di essa diretta-
mente) non f a p r op r i i contenut i e l e indicazioni che l o scontro sociale
esprime, non esercita su d i essi l a propr ia direzione o inf luenza determi-
nante. Come si è detto, i l problema della casa nei suoi diversi aspetti riguarda
una larga par te del la classe operaia del le c i t tà industr ial i , e questo è un
punto di partenza decisivo; non è « i l problema dei baraccati » anche se forse
sono questi oggi i p i ù disponibi l i al la lotta; un unico fronte. di lot ta per la
casa, un movimento d i massa che comprenda gl i operai d i fabbrica, i disoc-
cupati, gl i immigrat i è oggi concretamente possibile.
E' propr io per la ricchezza di prospettive che si aprono alle avanguardie
rivoluzionarie che i l problema dell'organizzazione è qu i , se possibile, p i ù
ancora che altrove determinante: non s'intende l'organizzazione interna del-
l'occupazione ( d i cu i s i è det to pr ima ampiamente), ma i l problema de l
rapporto t ra l'organizzazione dell'occupazione e l'organizzazione pol itica gene-
rale. Noi ri teniamo che mol to del potenziale pol i t ico che esprimono le mi l le
lotte per la casa va inevitabilmente disperso laddove manca un'organizzazione
generale i n grado d i appropriarsene, sintet izzarlo e r i propor l o al l ' intero
movimento di classe. E questo è valido, per esempio, e rispetto al ruolo che
possono assumere dentro una lotta sociale gl i studenti e rispetto al rapporto
con gl i organismi autonomi di fabbrica e rispetto all'organizzazione e all'eser-
cizio de l l a violenza rivoluzionaria. E sono so l o a l cun i de i prob l emi d a
affrontare.
I I I
La repressione d i giugno-luglio e le avanguardie
Dopo le elezioni del 13 giugno, si scatenà la r ivinci ta reazionaria contro
Città Studi , « base rossa » del la mobilitazione precedente. I r isul tat i eletto-
ral i rafforzano la spinta a destra della D.C. e degli equi l ibri pol itici, e confer-
mano i l fat to che, i n una situazione d i perdurante lot ta d i classe, l a media-
zione interclassista de l r i formismo può passare solo integrandosi con una
linea d i repressione generale, tanto p i ù aperta quanto p i ù urgente diventa
colpire l e lot te d i punta e l e avanguardie che le dirigono. Nel la settimana
che segue l a grande manifestazione del 12 giugno, l 'uni tà del la sinistra s i
incrina, mostra i suoi l imi t i di episodio. E venuto meno un motivo di conver-
genza, lampante per i l suo carattere di classe.
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