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dal freddo, ucciso da i padroni e dal la pol izia perchè voleva vivere l ibera-

mente e collettivamente ».

5 - La differenza qual i tat iva t r a l e precedenti mobi l i tazioni d i massa

unitarie a Mi lano e quella del 12 giugno sta essenzialmente nel suo carattere

offensivo, nella sua piattaforma pol itica classista, nelle precise discriminanti

che tracciava rispetto al fronte r i formista e revisionista.

I l contenuto di fensivo, interclassista, sostanzialmente r i formi s ta del le

manifestazioni tradizionalmente indette dal G.C. aveva consentito una larga

adesione da parte di individui, organizzazioni e strat i sociali per collocazione

di classe anche antagonisti t ra d i loro, aveva consentito d i unificare episodi-

camente, dietro uno slogan generico e indiscriminato ('contro la repressione'),

sinceri rivoluzionari, sezioni del PCI, Eugenio Scalfari e la Gioventù Liberale;

aveva cont r ibui to invece che a fare chiarezza sul la reale natura dell 'offen-

siva borghese, a deformare i termini dello scontro di classe; aveva fat to mar-

ciare, per di r la i n soldoni, 'repressi e repressori uni t i contro la repressione'.

Unica eccezione le tre giornate 'dopo Saltarelli', i l 14, 15, 16 dicembre, durante

le quali, non certo a caso, l'egemonia politica non è mai stata in mano al G.C.

Ma anche quel la mobilitazione, eccezionale per dimensioni, tempestività

e chiarezza politica, era stata pur sempre una risposta (sicuramente avanzata

e decisiva) ad una iniziativa della borghesia.

I l 12 giugno è stato qualcosa di più, e nel definire come 'offensivo' i l suo

carattere determinante si vuole intendere non tanto l'atteggiamento combat-

tivo e mi l i tante del corteo, ma essenzialmente tut ta la capacità d i iniziativa,

di organizzazione e direzione di cui la manifestizione è stata una sintesi.

E anche la partecipazione al corteo d i settori d i organizzazioni tradizio-

nalmente legate al campo ri formista non è stata la conseguenza di un'apertura

a destra da par te d i ch i aveva i n mano l a direzione dell ' iniziativa, ma a l

contrario l'espressione d i lacerazioni violente nel lo stesso campo ri formista,

saggiamente e tempestivamente utilizzate ed egemonizzate dalla sinistra rivo-

luzionaria. Questo è stato Possibile perché l e organizzazioni rivoluzionarie

sono state i n grado di elaborare una piattaforma uni tar ia e d i agire coeren-

temente ad essa. Lot ta Continua e i l Col lett ivo Autonomo hanno avuto i n

mano, rispettivamente, la direzione pol itica della lot ta dei senza casa e degli

studenti d i architettura. L'uni tà di azione t ra queste due forze ha consentito

la saldatura delle iniziative i n un unico movimento d i massa e i l salto pol i-

tico della lot ta generale. (Tra le al tre forze, Lot ta Comunista è stata l 'unica

ad avere una presenza di ret ta dentro l'occupazione del le case).

Ma solo i l f a t t o che t u t t e l e organizzazioni rivoluzionarie siano state

disposte al l 'uni tà e al la sol idarietà mi l i tante, ed accettando correttamente

l'egemonia, nel la lot ta specifica, del le forze che v i erano direttamente di r i -

genti, ne abbiano fat to propr io i l senso generale, ha potuto sviluppare una

mobilitazione e una vi t tor ia la cui portata va ben ol tre i l imi t i della vicenda.

Tutto ciò insegna dunque che 'basarsi sul le propr ie forze' non significa

autarchia (presunzione de i pur i st i set tar i ) r ispet to a l complesso sociale e

politico d i classe, ma significa saper costruire, e dirigere, un'ampia, artico-

lata, contraddi ttoria convergenza d i forze, d i alleanze, e lavorare per acuire

le contraddizioni dell'avversario. Tut ta l'azione pol itica è assunta dalle avan-

guardie non solo come lotta, ma come inchiesta su cui proiettare la tattica,

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