

La decisione di occupare la facoltà viene presa di comune accordo t ra le
forze direttamente responsabili: le famiglie, Lotta Continua, i l Collettivo auto-
nomo di architettura, alle prime ore del pomeriggio nella sede del Manifesto.
Si ri teneva ancora che una serie d i mediazioni progressiste potessero
contrattare l a possibi l ità d i una permanenza, anche se temporanea, dentro
l'università. Evidentemente i l progetto repressivo si muoveva su d i un'ottica
ben diversa: i l carattere dirompente d i questa lotta, la sua capacità d i coin-
volgere vast i st rat i sociali, d i creare alleanze, d i rimescolare le icarte anche
all'interno del blocco ri formista-revisionista stava assumendo una dimensione
tale d a dover essere stroncata p r ima che crescesse ancora. L'obiet t ivo è
uno: distruggere materialmente l 'uni tà e l a forza degl i occupanti per el imi-
nare la ragione stessa della lotta e conseguentemente disperdere i l movimento
che at torno ad essa s i è. creato.
La sera stessa del 6 giugno 3000 pol iziotti circondano Architettura: alcune
centinaia d i compagni al l ' interno del la facoltà, alcune centinaia f uo r i che
premono sul la pol izia. L'assemblea degl i occupanti decide questa vol ta l a
resistenza attiva. E' una scelta corretta: solo la difesa violenta, ad un l ivel lo
adeguato al la durezza dell'attacco, che assicuri l a permanenza materiale e
organizzativa del la lot ta è i n grado d i dare a questa un carattere offensivo
e d i far le compiere un salto pol itico.
• L o scontrò è durissimo. La polizia viene attaccata dai cancelli, dai tet t i ,
dall'esterno. Dentro la facoltà la resistenza è coordinata e disciplinata. Nel le
strade circostanti si combatte per ore. Per la pr ima volta a Mi lano si riesce
a prat icare un l ivel lo d i autodifesa che, seppure ancora non elevato, s i è
dimostrato sufficientemente adeguato al la qual i tà del lo scontro. •
Sgombero violento delle famiglie. 41 fer i t i t ra le forze di polizia. 23 com-
pagni i n galera. I l Senato accademico decide la serrata del Politecnico. Al le
9 del l ' indomani g i à t u t t i i capifamigl ia sono i n assemblea a l l a casa del lo
studente; mancano solo i fermat i e gl i arrestati. Si decide di partecipare alla
assemblea ci t tadina indet ta per i l pomeriggio a l Politecnico. E ' una scelta
che si rivelerà decisiva per l o sviluppo futuro del la lotta. L'assemblea stabi-
lisce che le famiglie rioccupino i l pomeriggio stesso Archi tettura con l'appog-
gio degl i studenti. I l Consiglio d i Facoltà dovrà copr i re giuridicamente l a
presenza del le famigl ie, iniziando un « seminario sul la casa » a orar io con-
tinuo, d i giorno e d i notte. I senza casa v i partecipano come « esperti» uffi-
ciali. Un nuovo sgombero poliziesco sarà «interruzione d i pubbl ico ufficiale
nel corso del le sue funzioni ». L'assemblea indice inf ine una mobilitazione
generale per sabato 12 giugno.
Decine d i organizzazioni del la sinistra extraparlamentare sottoscriVono
la mozione: una convergenza mai vista d i gruppi per un'offensiva d i classe
contro i l r i formismo e l a repressione borghese. I l lavoro d i propaganda e
mobilitazione sarà vastissimo e coordinato nelle fabbriche, nelle scuole e nei
quartieri. Non si tratta di solidarietà miracolosa tra i grupppi che si scannano
quotidianamente sul piano teor ica I l saldarsi delle lot te impone a ciascuno
di giocare « fuori casa », di prendere coscienza che l'offensiva di classe contro
i l ri formismo antioperaio e contro la repressione richiede in questo momento
responsabilità comuni verso i l movimento e reciproche t r a l e avanguardie.
I l dibat t i to t r a l e avanguardie por terà i nfat t i i n questa fase a determina-
zioni tattiche comuni. E' la prima volta che in questi anni che la saldatura tra
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