

tori studenti, i n gran parte professionisti geometri, anche i n proprio) dei
corsi serali ad Architettura alla luce della questione generale della scuola
serale. Ha preso quindi l'iniziativa di un contatto diretto col M.S. di Scienze,
che ha portato al rapporto sistematico tra Scienze e Politecnico, alla manife-
stazione unita del 18 maggio a Lambrate e a quella, immediatamente succes-
siva, di appoggio alla lotta dello Schiaparelli serale.
I temi della « riforma » universitaria sono ormai sollevati nel vivo della
facoltà di Architettura: cogestione, oligopoli di potere prefiguranti i diparti-
menti, stratificazione gerarchica clientelare dei docenti, stratificazione sociale
meritocratica degli studenti, allusiva alla stratificazione dei titoli, compres-
sione meritocratica e socialmente selettiva del « diritto allo studio ».
Lo stadio molto avanzato del dibattito parlamentare sulla « riforma Mi-
sasi » e l'intenzione d i proporre una generalizzazione politica al la incerta
ripresa del movimento in molti Atenei italiani, spinge le forze che dirigono
la lotta a Città Studi a convocare i l 27 maggio alla Facoltà di Scienze una
grande assemblea cittadina per• lanciare la lotta contro la « riforma ». Diverse
delegazioni arrivano da altre città, dagli Atenei in lotta, con la più grande
eterogeneità delle linee politiche. I l M.S. di Scienze, i l Collettivo Autonomo
di Architettura, i l Comitato d i Lotta d i Ingegneria, Co l l e t t i v o Gramsci
(nato dalla spaccatura del G.C.) presentano una mozione sulla situazione
della lotta di classe, sui caratteri della « riforma » e delle nuove lotte studen-
tesche. Data la stagione avanzata, le proposte si proiettano soprattutto verso
l'autunno. Si terrà in autunno un convegno nazionale per lanciare una più
precisa linea di lotta contro l a riforma. I l G.C. si esclude da se stesso, e
borbotta contro una paradossale « unità dei gnippetti settari » ai suoi danni.
L:assemblea del 27 maggio si preoccupa inoltre di precisare una linea
discriminante rispetto a l '68. « Compito delle avanguardie politiche non è
quello d i sviluppare un movimento degli studenti, che pur partendo dalle
condizioni reali che le masse (gl i studenti, gli studenti-lavoratori, i lavora-
tori-studenti) vivono nel sistema d'istruzione, rimanga nei l imiti della con-
traddizione parziale t ra massa degli studenti e istituzione, autonomo dalla
lotta d i classe e aperto al le degenerazioni corporative e revisioniste. Le
avanguardie rivoluzionarie lavorano per lo sviluppo del movimento di massa
nella scuola nel quadro generale della lotta di classe; lavorano per l'organiz-
zazione del movimento degli studenti nella prospettiva e i n funzione della
costruzione della linea e dell'organizzazione politica complessiva di classe ».
I l 29 maggio Milano è percorsa da 4 manifestazioni: 5000 della « mag-
gioranza silenziosa» (madame e beghine, squadristi, impiegati, possiden-
ti, commercianti, D.C., socialdemocratici, fascisti, amici del le Forze Ar -
mate); 8000 ad una specie di festival interdemocratico promosso in piazza
Duomo dal P.C.I., per una nuova maggioranza contro la maggioranza silen-
ziosa; 5000 antifascisti col G.C., con un comizio istituzionalizzato in piazza
S. Stefano e palco e megafoni concessi dal Comune; 4000 nel corteo promosso
da Lotta Continua (nel quadro di una sua giornata nazionale di lotta che
porterà agli scontri di Torino) per sostenere le lotte alla FIAT e rispondere
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