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sioni interne alla facoltà: « t u t t i uni t i contro i reazionari! ». Intanto da parte

del ret torato perduravano g l i sforzi per isolare l a facoltà, come focolaio d i

infezione per tut to i l Politecnico. Per ragioni opposte, archi tet t i progressisti

e ingegneri reazionari puntavano sull'autonomia del la facoltà. Le lot te uni te

degli studenti di Ingegneria e di Architettura sui presalari e contro la selezione,

hanno cominciato a incrinare questo equi l ibrio. I docent i reazionari comin-

ciano a denunciare gl i studenti d'avanguardia.

Quando i l 6 giugno, dal suo week-end a Chiavari, i l rettore invocò l ' inter-

vento poliziesco cont ro l e famigl ie d i Viale Tibaldi appena insediate nel la

facoltà d i Archi tettura, s i concluse i l periodo del la guerra fredda cont ro l a

facoltà progrèssista e cominciò la guerra calda.

Cogestione, stratificazione per l ivel l i d i privilegio sociale e culturale degli

studenti, aggregazioni oligopolitiche del potere accademico: ecco t re elementi

caratteristici del la « ri forma » borghese del la scuola: organi d i co-governo

dell'università; dottorato di ricerca, laurea e diplomi; dipartimenti. Da fattore

dirompente la facoltà è ora diventata l'anticipatrice della «r i forma » borghese.

La

cogestione

è i l pr incipio pol i t ico su cui le aristocrazie studentesche fon-

dano i l proprio privilegio culturale.

Scoppia in questa situazione la lotta dei docenti subalterni. Come in mol t i

altri Atenei, l a r ipresa de l Movimento Studentesco è preceduta e talvol ta

stimolata dal le agitazioni degl i insegnanti. Queste agitazioni si moltipl icano,

anche per la pressione d i nuovi st rat i d i laureat i senza lavoro, ammessi ad

insegnare i n condizioni precarie e subalterne, pe r f a r f ronte senza t roppa

spesa al la crescita rapida del la massa studentesca. Per l a natura ambigua

della categoria, le rivendicazioni oscillano t r a l a richiesta d i nuovi pr ivi legi

sociali e l a l ot ta democratica cont ro l a gerarchia clientelare dell'organico.

Per vizio corporativo i docenti subalterni della Facoltà di Archi tettura presu-

mono al l ' inizio che « la forza lavoro docente » — e c'è un inflessione inter-

classista i n questo termine — possa condurre una l ot ta settoriale con un

minimo d i senso pol itico, senza rapportarsi al la massa degl i student i e al la

loro contraddizione con l ' istituzione, senza lavorare perchè t a l i contraddi-

zioni tornino ad avere espressione pol itica.

Ai pr imi attacchi contro le baronie e i l Consiglio d i Facoltà condott i dal

Comitato d i Agitazione de i Docent i Subalterni, l'assemblea dei• Docenti s i

spacca. Una parte, che fa capo alle baronie (PCI e al t r i progressisti), dà vi ta

ad un Comitato Pol itico (gial lo) e sostiene gl i interessi d i ciascuna corpora-

zione verticale (baroni, suoi subalterni e clientele studentesche) per la sparti-

zione collusiva dei posti, in nome della qualificazione culturale degli studenti

(cioè dell'aristocrazia). Un'altra parte, che fa capo al Comitato d i Agitazione,

composto da subalterni pr i v i d i protezione pol i t ica e baronale e sottoposti

pertanto a l l a minaccia dell'emarginazione, cont inua a sostenere l a piat ta-

forma iniziale.

I l gruppo Capanna di Archi tettura si schiera col Comitato Pol itico e coi

baroni « progressisti ». Sempre più scopre la propria base sociale nelle aristo-

crazie studentesche. I l Collettivo Autonomo, che è alle sue prime settimane di

vita, appoggia i l Comitato di Agitazione. Esso individua nella contraddizione

che si è aperta i l riproporsi d i un tema centrale per rinnovare la lotta: attac-

care l a cogestione. Le aristocrazie studentesche, i nuovi benpensanti, « com-

pagni » ne l '68, sono profondamente scandalizzati da l l a nuova « contesta-