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tiche che raccolgono e promuovono la r ipi es del movimento come la contrad-

dizione specifica fondamentale nella scuola. Lo studente, i n quanto tale, non

è « proletario » o « borghese », perchè* la caratteristica d i « studente » non

è strutturale. Ma considerare l o studente i n qùanto tale non ha appunto

senso: ha senso considerare come la selezione, i l privi legio o l'esclusione che

si attua anche nella condizione studentesca faccia gravitare ampl issimi st rat i

sociali intermedi verso l 'uno o l 'al t ro polo sociale, capitale-lavoro salariato.

Ha senso intervenire per trasformare questa gravitazione oggettiva i n una

presa d i coscienza del propr io destino d i classe, i n coscienza pol i t ica.

Già da tempo Avanguardia Operaia aveva avviato nella facoltà di Scienze

un movimento cont ro l a selezione, per condizioni (tendenzialmente) eguali-

tarie d i studio. A.O. è l 'unico gruppo che pu r mantenendo l a sua at t i v i tà

nelle fabbriche abbia, anche dopo i l '69, continuato a lavorare nell'università.

Se certo non ha scoperto, ha almeno proposto i n termini di linea politica, la

«selezione » come oggetto centrale del la l ot ta nel la scuola. Tut tavia, affer-

mando che l a «posizione del lo studente indica

soltanto

una posizione nel la

sfera ideologica » si poneva già al l ' inizio i n condizioni sfavorevoli per andare

fino in fondo alla stessa questione. Infat t i , se la selezione è soltanto ideologica,

viene mascherato i l rapporto oggettivo (che non è corrispondenza) t ra sistema

(selettivo) d' istruzione e mercato (selettivo) del lavoro. Ne è esaltato solo i l

rapporto soggettivo ideologico ed i l pr incipio st rumento meditocratico. E

risulta mascherato come l a contraddizione t r a svi luppo del le forze produt -

tive e sistema capitalistico di produzione si ripercuota nella scuola ed abbia

proprio nel la selezione meritocratica ed economica una sua espressione con-

creta. Questa concezione della scuola come « infrastruttura ideologica'> sem-

bra un residuo sessantottesco, giustificato con citazioni marxiane in polemica

con gl i interclassisti che intendono gl i studenti come «produt t ivi ».

Tuttavia .il M.S. d i Scienze (con A.0.) tendeva ad essere r idut t ivo anche

su questa questione dell'ideologia: la "lotta rivendicativa per i gruppi di studio

di u n massimo d i 25 student i e i l cont rol lo col let t ivo degl i student i su i

« r i tmi di apprendimento », e la lotta per le attrezzature necessarie alla massa

degli student i metteva i n discussione l a forma e i l funzionamento istituzio-

nale della selezione meritocratica, ma non affrontava la natura del la scienza

appresa, non investiva tut to i l processo d i apprendimento. Mentre la scuola

come sistema d i qualificazione d i una massa d i forza-lavoro tecnica intel let-

tuale ( d i cu i certo solo una parte sarà venduta come merce) viene affron-

tata nel fat to che gl i studenti devono raggiungere, in « condizioni (tendenzial-

mente) egual itarie » un laconico, inspiegato, « livello sufficiente d i prepara-

zione ». Questa indeterminatezza tende a r i dur re ad opinione ideologica l a

crescita della coscienza di classe t ra gl i studenti. I l movimento rischiava cioè

di rimanere ent ro l imi t i r i formist ici , così come l a lot ta d i massa rimaneva

entro l imi t i rivendicativi.

Per tut to i l tempo in cui rimase l 'unico movimento di lotta nell'università

i l M.S. d i Scienze era stato un fat to isolato che lavorava su se stesso, senza

iniziativa verso l'esterno. La sua comunicazione con al t re situazioni ed al t re

lotte avveniva attraverso la mediazione e le linee interne di A.O., e non anche

per l a pregnanza e capacità d i coinvolgimento p i ù generale d i una l inea

politica che vivesse effettivamente nella massa del movimento. Ciò anche per

la concezione organizzativa di A.O. che affida con eccessiva esclusività all'avan-

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