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La massa che partecipa all'assemblea è crescente e preme con forza a favore

della piattaforma. E' una tattica di tipo sindacale: una guerra di posizione

finalizzata alla trattativa con le Autorità Accademiche.

Le avanguardie del Politecnico hanno d i questa tattica una esperienza

negativa: essa è stata utilizzata nella occupazione di Architettura del '67 è

negli anni successivi anche ad Ingegneria; in essa hanno verificato i l pericolo

della stagnazione, dell'isolamento della lotta e della deléga all'avanguardia

nella trattativa da parte delle masse studentesche. I l blocco ad oltranza del

calcolatore è un'arma collaterale. La tattica è la «guerriglia »; mobilitazioni

periodiche, blocchi a scadenza ripetuti del Rettorato e degli istituti, e si sal-

derà, secondo i l programma, all'intervento sugli esami, per impedire (previi

accordi con gli studenti interessati) che domande e compiti superino le capa-

cità medie degli studenti. Questa tattica ha minori capacità di stabilizzare

un rapporto tra avanguardia e massa, ma sfugge al vicolo cieco del braccio

di ferro con la controparte.

Ad Architettura la situazione è più complessa. Un processo di « riforma »

è già in atto, dal '68, sotto i l nome di « sperimentazione ». I l vecchio schema

è stato frantumato in lunghi anni dalla lotta degli studenti. Ai « corsi » si sono

sostituite le « ricerche », con l'intenzione di una partecipazione attiva e creativa

degli studenti e dei docenti. Ai docenti reazionari sono subentrati docenti

«progressisti »: «che cento f iori sboccino e cento scuole competano ». La

concorrenza tra queste « scuole » ha costruito un nuovo assetto del potere.

Oligopoli « politico-culturali » schiacciano i minori, ricostituiscono in forme

ringiovanite e dinamiche le baronie accademiche. I l loro potere si fonda sui

loro rapporti coi partiti e col sottogoverno, e sull'appoggio determinante delle

aristocrazie studentesche. Mol t i quadri del '67-'68 sono passati al la nuova

nobiltà accademica, come subalterni, come clienti e privilegiati della cultura:

forgiano là nuova organizzazione come sistema di appropriazione privata del

sapere. I l potere accademico ha un'altra base nelle anime morte: nella cre-

scente massa di studenti emarginati dai livelli più alti di apprendimento, e

per condizioni sociali, difficoltà di frequenza, necessità di lavoro, e per inerzia

qualunquista, e per l'organizzazione selettiva, produttivistica, delle ricerche.

Su 3000, 500 frequentano. Ci sono studenti che elaborano la sintesi e si

appropriano del prodotto in contatto assiduo e. clientelare col barone; studenti

che preparano i l materiale per la sintesi; studenti emarginati, che non appe-

santiscono l a produttività delle aristocrazie, ma sono massa d i manovra,

almeno contabile (per la distribuzione dei fondi e del prestigio), per ogni

corporazione accademica. La selezione agli esami è liquidata, ma un nuovo

meccanismo più sostanziale di selezione, sociale, meritocratico ed ideologico

è i n funzione nell'organizzazione del lavoro per ricerche. E ' una selezione

non istituzionale, conseguente alla stessa liberalizzazione dei piani di studio,

che proietta le masse disorientate ed emarginate direttamente verso il sistema

selettivo del mercato del lavoro.

Tra questa posizione «progressista » della facoltà di Architettura e l e

posizioni reazionarie del Rettorato esisteva una « guerra fredda ». Una mino-

ranza di docenti reazionari, soprattutto delle discipline tecnologiche, legati

alle autorità accademiche d i Ingegneria, conduceva una opposizione legali-

stica alle trasformazioni della facoltà. Questa situazione era manovrata dai

baroni progressisti di Architettura per ricomporre a proprio vantaggio le ten-

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