

zione sarebbe connaturata al la divisione del lavoro
i n generale).
A sostegno
di questa affermazione Napoleoni c i ta un lungo passo t ra t t o
dal l 'Ideologia
Tedesca
(pp. 24-25, Edi tori Riuni t i Roma 1969); per ragioni di spazio ne riporto
qui solo l 'ul t imo periodo su cui, in particolare, Napoleoni si sofferma: «Questa
'estraneazione', per usare un termine comprensibile ai filosofi, naturalmente
può essere superata soltanto sotto due condizioni
pratiche.
Affinchè essa diventi
un potere 'insostenibile', cioè u n potere cont ro i l quale s i agisce pe r v i a
rivoluzionaria, occorre che essa abbia reso la massa dell'umanità-affatto 'priva
di proprietà' e l 'abbia posta altresì in contraddizione con un mondo esistente
della ricchezza •e della cultura, due condizioni che presuppongono un grande
incremento del la forza produtt iva, un al to grado del suo sviluppo... ». « Se
l'estraneazione — commenta Napoleoni — per poter essere superata r ivolu-
zionariamente, deve giungere
fino al punto
di aver espropriato la maggioranza
dell'umanità,
come appunto avviene nel capitalismo,
ciò significa che, secondo
Marx, l'alienazione non è necessariamente dipendente da questa espropria-
zione, cioè dal capitalismo, ma esiste anche indipendentemente da essa, prima
cioè che essa si sia storicamente verificata » ( i l secondo corsivo è mio) .
Va ri levato che, con una disinvoltura filòlogica d i cui questo non costi-
tuisce l 'unico esempio, •nel citare i l passo Napoleoni, ( d i cui, come ho detto,
non metto i n dubbio la buona fede), salta a un certo punto un intero brano
essenziale per la comprensione del testo (senza avvertire i l lettore con punt ini
di sospensione).
Tut to
i l brano da lui citato si riferisce in realtà all'economia
capi tal i t ica ( i l let tore pot rà vederlo anche i n
La concezione material istica
della storia,
Edi tor i Riuni t i , Roma 1970, pp. 52-56, con ut i l i note di F. Codino;
cfr. anche pag.
101
e 109). I l brano espunto lo chiarisce con ancora maggiore
evidenza, anche con r i fer iment i espl iciti a opere precedenti, ( f r a cui la
Que-
stione ebraica):
quando, nel passo sopra riportato, Marx parla d i 'estranea-
zione', al lude all'alienazione ' statale la cui base è l'alienazione 'economica',
e che, ovviamente, s i verifica i n regime capital istico ( i l lavoro salariato è
lavoro
libero,
ecc.). Anche dal la lettura del brano così mut i lato, del resto, si
rileva che la conclusione che ne trae Napoleoni si basa su un sofisma, estraneo
sia alla lettera che al lo spiri to nel testo: non k i l capitalismo, ma
l'estensione
del rapporto capitalistico d i produzione ad espropriare l a maggioranza del-
l'umanità ecc. e a por re così l e premesse prat iche, rea l i pe r l a propr i a
eliminazione.
Altre citazioni incomplete o tol te dal contesto s i trovano a pag. 149 del
l ibro d i Napoleoni. Subi to dopo una d i queste f rasi mut i late — pag. 122-123
della t rad. Bobbio — Mar x scrive: « La religione, l a famigl ia, l o stato, i l
diritto, l a morale, la scienza, l 'arte, ecc, non sono che modi
part icolari
del la
produzione, e cadono sotto la sua legge universale. La soppressione positiva
[cioè effett iva] del la
propr ietà privata,
i n quanto appropriazione del la v i ta
umana,
è dunque la soppressione
positiva
d i ogni estraniazione, e quindi i l
ri torno del l 'uomo, dal la religione, dal la famigl ia, dal lo stato, ecc. al la sua
esistenza
umana,
cioè sociale ». Che la seconda parte d i questo passo smen-
tisca l'interpretazione di Napoleoni, mi sembra evidente; ma ho voluto citarlo
qui per intero perché, come cercherò di dimostrare più avanti, è dal tentativo
di confutare i l contenuto d i questo passo che Napoleoni inizia la sua costru-
zione teorica, ed è a questo tentativo d i confutazione-superamento che deve
la v i ta i l fet iccio Marx-Napoleoni.
~ I >
9
~ M a r