

suo segreto, vale a dire, anzitutto, che essa è i l
prodotto
del lavoro alienato,
in secondo luogo che è i l
mezzo
con cui i l lavoro si aliena, è
la realizzazione
di questa alienazione
» (corsivi nel testo originale, Einaudi 1948, p. 94). Da
questo passo Napoleoni trae la conclusione che « non pare che si possa p i ù
sostenere che, pe r i l Mar x de i
Manoscritti,
l'alienazione s ia u n fenomeno
prodotto dal capitalismo, chè, anzi, è i l capitalismo stesso, in quanto appunto
effetto dell'alienazione, a presentarsi come una fase del la stor ia generale
dell'attività alienata » (p. 146). A me sembra che Napoleoni sia incorso in un
grossolano abbaglio. I n questo passo Marx dice: gl i dèi ( i fet icci) sono stat i
creati ( inventat i ) dagl i uomini per effetto del loro « vaneggiamento ». Dopo
averli creati, gl i uomini hanno dimenticato la loro, (degli dèi) origine, l i hanno
posti su un piedistallo e riconosciuto loro un'esistenza indipendente; a t a l
punto che g l i uomini attribuiscono successivamente agl i dèi l a l oro stessa
origine (credono che siano stati gl i dèi a creare gl i uomini ). (Come i n innu-
merevoli al t r i passi di Marx — cfr. t ra l 'altro,
Capitale,
Libro I cap. V I ined.
pag. 21, citato da Napoleoni a pag. 144 e qui riportato più avanti, nota (4)
l'alienazione religiosa viene paragonata all'alienazione economica. Comune ad
entrambe è « l'inversione del soggetto nell'oggetto, e viceversa »).
Al lo stesso
modo
la proprietà privata (gl i dèi)
sembra
essere la causa del lavoro alienato
(gli uomini), ma
in realtà
è i l lavoro alienato che ha creato la proprietà privata
e ne è quindi la causa (è i l lavoro salariato che ha creato i l capitale, che è un
prodotto del lavoro ma si erge come potenza indipendente di fronte al lavora-
tore, che non lo riconosce più come sua creatura); questa creazione della pro-
prietà privata è i l
mezzo
con cui i l lavoro si aliena: è nella Rroprietà privata
(nell'appropriazidne che i l capitalista fa del prodotto dell'operaio) che
si rea-
lizza
l'alienazione del lavoro. Solo con l'estensione dei rapport i d i produzione
capitalistica (al vertice dello svolgimento della proprietà privata) s i pongono
le premesse per comprendere i l « segreto » della proprietà privata. Se questa
lettura è corretta, mi sembra non si possa sostenere che per
Marx
l'alienazione
venga « prima » del lo sfruttamento, del capitalismo, perchè è appunto nel lo
sfruttamento che si realizza l'alienazione.
Da questo passo ( e dai brani precedenti del
Manoscritto
i n questione,
che qui non possiamo esaminare) non è quindi possibile ricavare una nozione
di 'alienazione generica' (def ini ta da Marx-Napoleoni come « condizionamento
dal bisogno », cioè « scarsità dei beni necessari »: una sorta d i
rarétè
walra-
•
siana che affliggerebbe l ' uomo
ab or igine).
«No n trasferiamoci, come f a
l'economista quando vuol dare una spiegazione, in uno stato originario, fanta-
stico. Un tale stato originario non spiega nul la. Non f a che r inviare i l pro-
blema in una lontananza grigia e nebulosa », aveva scri tto Marx al l ' inizio del
Manoscritto
i n questione, « Sul lavoro alienato ».
Viene meno anche l a possibi l ità d i identificare un'alienazione « capita-
listica » dist inta da quella 'generica', chè anzi alienazione e feticismo coinci-
dono. L'alienazione del lavoro
s i realizza con
l a propr ietà pr ivata (che ne
è causa immediata, ma «anche effetto dell'« umano vaneggiamento », del lavoro
alienato stesso: m i sembra che l a let tura qu i proposta del passo ci tato da
Napoleoni most r i che, ne i conf ront i de l rappor to sfruttamento-alienazione,
i l problema di chi « nasca prima »
non si ponga nemmeno).
Per quanto riguarda l b ) , Napoleoni scrive: « con mol ta chiarezza Marx
estende i l fenomeno dell'estraniazione ben al di là del capitalismo » (l 'al iena-
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