

capitalistico della zona. La Shell ha esportato i l petrolio dai deserti dell'interno fin
dal '67. E questo petrolio omani rappresenta un grosso affare: è relativamente privo
di zolfo e viene caricato sulle navi
al di fuori
degli stretti di Hormuz all'imboc-
catura del Golfo ed è perciòmeno vulnerabile dalle crisi politiche. La Shell esercita
un ruolo chiave nella politica omani: è stata lei a spingere lo stato inglese amettere
alla porta Said, e i suoi rappresentanti nell'Oman sono importanti quanto quelli
dello stato britannico. Mercanti omani sono stati richiamati dal Dubai e dal Bahrein,
euna ditta tedesca, la Hochtief, sta costruendo un nuovo porto e un sistema viario.
I l settimanale « al-Watan » ( la Nazione) ha incominciato le pubblicazioni e i l
capitale straniero è stato incoraggiato a partecipare alle penetrazioni nell'entroterra.
Come si esprimeva il foglio borghese di Beirut « Le commerce du Levant » nell'ot-
tobre '70: « Oman: buone prospettive per gli esportatori occidentali ».
Per l'Inghilterra, i l controllo dell'Oman va difeso ad ogni costo. Anche a
prescindere dal valore intrinseco del petrolio omani, questopaese è sempre servito
da retrovia sicura per gli interventi britannici in altre regioni. Un sollevamento
rivoluzionario laggiù minerebbe le posizioni dell'imperialismo nel Trucial Oman e
farebbe cadere nelle mani dei rivoluzionari la sponda orientale degli stretti di
Hormuz, attraverso le cui 26 miglia di mare passa tutto i l petrolio del Golfo.
L'Inghilterra conserva una presenza militare nell'Oman, presenza che continuerà
anchedopo il '71; essa sta allargando la suabase insulare di Masirah, e costruendo
unanuova base sulla terraferma a Ras al-Hadd. La base di Masirah avrà una fun-
zione vitale come posto di rifornimento fra Cipro e l'Estremo Oriente, ma s3prat-
tutto sarà disponibile per le truppe inglesi impegnate i n azioni controrivolu-
zionarie nell'area stessa del Golfo. Se l'Inghilterra riesce a stipulare accordi difen-
sivi con le sue colonie del Golfo, le basi di Salala, Masirah e Ras al-Hadd servi-
ranno da trampolino per l'intervento nel Golfo.
Gli inglesi sostengonoche l'Oman è un paese indipendente, ma si tratta di una
finzione alla quale nessuno crede. Fin d l secolo scorso le truppe britanniche sono
intervenute in più di venti occasioni per salvare i l sultano. Fino al '67 i l sultano
contava su di un sussidio annuale britannico. I suoi « rapporti con l'estero » in
Inghilterra sono curàti da una ditta inglese, la Kendall & Co. Benchè oggi cerchi
di far entrare l'Oman nella LegaAraba e nelle Nazioni Unite, Qabus non potrebbe
sopravvivere senza l'attivo sostegno dell'esercito inglese. Sia Qabus che suo zio
Tariq, primo ministro, hanno dichiarato che le forze britanniche rimarranno nel-
l'Oman per un periodo di tempo imprecisato. Come notava i l « Times » ,( 15-12-
1971) : « All'Oman è stato già assegnato un ruolo importante nel caso di un
ritiro inglese dal Golfo ».
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L'Unione degli Emirati Ardbi
I l secondo aspetto della politica britannica nel Golfo è la creazione di un
saldosistema neocoloniale al posto delle attuali colonie — Bahrein, Qatar e i sette
stati del Trucial Oman, i più importanti dei quali sonoAbu Dhabi e Dubai. Questa
transizione è resa possibile dal fatto che lo sviluppo petrolifero ha arricchito i
tradizionali capi tribù trasformandoli in milionari, alcuni, comeRashid del Dubai,
sono ex mercanti divenuti grossi imprenditori. Nello stesso tempo, attorno alle
famiglie dominanti si è sviluppata una classe di mercanti che forma ora una
borghesia in sviluppo. Queste forze potrebbero costituire la base per un saldo
sistemaneocoloniale che garantisca gli interessi economici e strategici dell'impe-
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