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che diventano avanguardie pol itiche generali; l a socializzazione non si attua

solo attraverso i l collegamento delle avanguardie. E' necessario che l a socia-

lizzazione avvenga anche a l ivel lo d i massa. Perchè c i ò avvenga però non

si può attendere i l collegamento spontaneo t r a lot te d i massa i n fabbrica,

e lotte d i massa degli stessi operai i n altre sfere della società. Le lot te nel la

comunità, fuor i dal luogo d i produzione, erano tradizionalmente patr imonio

dei par t i t i pol i t ici , che l e hanno da anni, per una serie d i ragioni che qu i

non interessa ricostruire, quasi completamente abbandonate; sono o r a i l

terreno favor i to per le esperienze, certo non tut te negative, dei p i ù diversi

gruppi pol i t i c i del la nuova sinistra, p i ù o meno formalmente organizzati

(ivi compresi c ioè anche i grupp i de i cat tol ici de l dissenso). I l lavoro.

che attualmente viene svol to a l l ivel lo d i comuni tà (qualora non s i t r a t t i

del lavoro d i propaganda svolta dall'Unione o da gruppi analoghi, nel qual

caso valgono t u t t e l e cr i t iche fat te sopra a questo metodo d i lavoro) , è

prevalentemente « spontaneo », c ioè svol to senza precise ipotesi s u come

si svilupperanno l e contraddizioni specifiche i n c u i s i t rovano l e masse,

svolto senza alcun collegamento sistematico con l e lot te d i fabbrica.

Il

problema d i organizzare e programmare i l lavoro s i pone dunque

anche a questo l ivel lo: s i a nel senso d i stimolare, i n questo senso anche

dall'esterno ma megl io se insieme all'avanguardia operaia interna, l a sensi-

bilizzazione su uno o su un a l t ro problema sociale esterno al la fabbrica;

sia nel senso che non tut te le lot te sono uguali, che valgono l a pena nel la

stessa misura. Qui si t rat ta dunque d i compiere analisi e previsioni, d i inse-

rire alcuni element i organizzativo-politici i n questo lavoro d i anal isi e d i

scelta.

I l pr imo cr i ter io s i basa su un'anal isi dei rappor t i d i produzione, d i

autorità e d i potere secondo cui diventa necessario l'individuazione d i tut te

le contraddizioni emergenti al l ' interno dei diversi set tor i del la v i ta sociale,

la loro unificazione pol itica mostrandone la comune derivazione dal la forma

principale d i subordinazione al l ' interno de i set tor i produt t ivi del la società

capitalistica. Questo non significa ricalcare i n maniera meccanica una suddi-

visione probabilmente non p i ù val ida e sicuramente da rivedere t r a st rut -

tura economica e sovrastruttura sociale, ma evidenziare l a maggiore acu-

tezza del lo sfrut tamento ne i luoghi produt t i v i e l a sua esplosività come

sviluppo d i lot te, se non a l t ro per l a situazione d i maggiore stabi l i tà de l

conflitto industriale. Questo è i n parte significativo anche nel la prospettiva

della creazione del le var ie avanguardie che seppure inseri te al l ' interno d i

al tri settori, derivano e risentono delle esperienze e delle lotte del la fabbrica

e degli al t r i settori produtt ivi : le avanguardie d i queste lot te saranno quelle

tendenzialmente egemoni nel futuro processo rivoluzionario.

Ma l ' intento d i ricondurre ogni lot ta sociale al la posizione nei rappor t i

di produzione non è l 'unico cr i ter io i n base a cui s i può intervenire nel le

lotte social i . Anche al l ' interno del le l o t t e social i esterne "alla produzione

bisogna compiere delle scelte, stabi l ire dei cr i ter i d i pr ior i tà: e questi sono

in generale l a possibilità d i generalizzare la lot ta fuor i dal settore specifico

investito, l a possibi l ità che l a lot ta specifica s i traduca i n un elevamento

della coscienza d i classe, l a possibi l ità che l a lot ta abbia un'effett iva inci -

denza negativa per i nemici d i classe. E ' di ff ici le forni re prescrizioni gene-

rali. Questi cr i ter i vanno i nfat t i riconosciuti caso pe r caso, r icost rui t i pe r.

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