

dei quadr i operai che conducono l a lot ta i n fabbrica d i temi pol i t ici der i -
vanti dall'esperienza del movimento studentesco. I l rapporto con gl i studenti
rimane d'al tra parte i l principale collegamento sociale esterno al la fabbrica;
tranne che per f a t t i episodici, come e p i ù che nel la primavera '68 l e lot te
rimangono principalmente « di fabbrica », senza rappor t i organici con al t re
lotte sociali. D'al t ra parte, nonostante l e l ot te abbiano contenut i avanzati
e da esse emergano alcuni eccezionali quadr i operai, non s i può d i re che
esse abbiano dato luogo a l l a formazione d i vere avanguardie pol i t iche d i
fabbrica: i n entrambe le fabbriche i quadr i mi l i tant i format isi nel le nuove
lotte rimangono quantitativamente poch i ed abbastanza isolat i , c ioè non
si f orma un'avanguardia d i massa; qual itativamente, un'avanguardia po l i -
tica vera e propria al la Candy non si forma nel senso che i nuovi mi l i tant i
rimangono non solo conf inat i ent ro l a fabbrica ma anche qual ificano pol i -
ticamente i l loro lavoro i n quanto at t ivist i del sindacato; al la Pi rel l i i l CUB
si pone esplicitamente come avanguardia, dist inta dal sindacato, ma ciono-
nostante non riesce a proporre un intervento pol i t ico generale che super i
i conf ini del la fabbrica (4) .
All'inizio del '69, questi rimangono le potenzialità ed i l imi t i del la lot ta
operaia, qua l i i n part icolare essi s i r ivelano a Mi lano. V i è una grossa
tensione sociale, che esplode in una o in un'al tra fabbrica; l e esplosioni non
sono t ra d i loro collegate, così come raramente l a lot ta uscendo dal la fab-
brica si collega con la comunità esterna; questa di ff icol tà del le lotte a stabi-
lire collegamenti generali è chiaramente i n relazione con l a st rut tura del la
città capitalistica (quale i n I tal ia s i esprime a Mi lano i n massima misura),
che isola una fabbrica dal l 'altra così come allontana la residenza dal luogo
di lavoro, rendendo sempre p i ù di ff ici le l a creazione spontanea d i rappor t i
di sol idarietà sociale nascenti dal la comunanza f isica de l l o sf rut tamento
nella produzione; è anche i n relazione a l l ivel lo attuale d i tensione che l a
lotta h a raggiunto al l ' interno de l l a fabbr i ca; n o n s i vede possibi l i tà
di superare questa di ff icol tà senza che intervenga un lavoro pol i t ico volon-
tario ed organizzato di collegamento. Vi è d'altra parte la tendenza a portare
la lotta di fabbrica su temi sempre più « pol itici » — nel senso in cui la lot ta
contro l'organizzazione de l lavoro è diversa da i tradizional i t emi pe r cu i
Lenin teorizzava la differenza t ra lotta « economica » e lot ta « politica » degli
operai; ed a questa tendenza s i lega quel la al la formazione del la capacità
operaia d i gestire continuativamente l a propr ia lot ta. Ent ramb i i f a t t i —
l'esplosività sociale del la lot ta operaia e le nuove forme d i lot ta interna —
tendono a sot t rarre ' la classe operaia a l cont rol lo del le forze pol i t iche e
sociali tradizionali, ma f inchè quest i f a t t i non trovano una forma d i orga-
nizzazione pol i t ica che l i svi luppi e l i consolidi, l e forze tradizional i r ista-
biliscono immediatamente i l loro controllo. Va notato che i l discorso da noi
svolto f i no ad ora s i fondava sul la considerazione del la situazione creatasi
nelle grandi fabbr iche: ne l l e piccole e medie fabbr iche, che hanno u n
enbrme peso nella struttura produttiva e che inol tre hanno caratterizzato le
lotte operaie dei p r imi mesi del '69, i l imi t i del la lot ta operaia spontanea
sono ancor più evidenti — i n situazioni d i presenza discontinua e spesso d i
assenza completa del sindacato è mol to faci le che dei mi l i tant i anche indi -
vidualmente pol iticizzati agiscano oggettivamente da sempl ici sost i tut i de l
sindacato.