

direttive sindacali; solo più tardi, nel corso della lotta, i sindacati ne ripre-
sero i l controllo; e lo ripresero interamente tanto da gestirne le conclusioni
con l'accordo finale. Parallelamente, i contenuti rivendicativi, che all'origine
della lotta offrivano la possibilità di contestare l'organizzazione del lavoro
in fabbrica, con l'accordo finale venivano ricondotti soprattutto a soluzioni
rivendicative « tradizionali ».
Nel corso del '68, queste due tendenze non solo si approfondiscono ma
diventano fatti esplosivi, in una situazione sociale generale completamente
diversa. La tendenza operaia a portare la lotta contro la stessa organizzazio-
ne del lavoro più che su miglioramenti economici dà luogo in concreto a
lotte difficilmente « controllabili » sia da parte del padrone in fabbrica che
da parte del sindacato fuori dalla fabbrica. La tendenza all'autogestione
della lotta da parte degli operai dà luogo a una catena di scoppi spontanei
di lotte di fabbrica, che assumono i l carattere di vere e proprie ribellioni
sociali e che si riversano anche fuori dalla fabbrica. Nasce così una nuova
tendenza, quella al la socializzazione della lotta operaia, estremamente im-
portante, anche se a l momento s i esprime i n forme elementari e poco
durature, come manifestazioni di piazza, o incontri con i l movimento stu-
dentesco allora anch'esso in piena esplosione.
La tendenza a sviluppare lotte molto avanzate come contenuti rivendi-
cativi, ed a organizzare attorno a queste abbastanza stabilmente gruppi di
operai, si farà strada soprattutto nella seconda metà del '68. La primavera
del '68 vede piuttosto lotte estremamente dure nelle forme in cui si espri-
mono, ma abbastanza semplici nei loro contenuti rivendicativi, e senza con-
tinuità nel tempo.
Tre lotte di grandi fabbriche a Milano sono particolarmente significative
del periodo primavera '68, per le caratteristiche che indicavamo: l a lotta
dell'Auto Bianchi, quella dell'Innocenti, e quella della Magneti Marelli (2) .
All'Auto Bianchi si è visto, in una fabbrica in cui i l sindacato era quasi com-
pletamente assente, esplodere una lotta durissima nelle sue forme, espri-
mendo una violenza operaia insospettata da tutti e non influenzata diretta-
mente dal movimento studentesco. All'Innocenti e alla M. Marelli invece gli
studenti hanno avuto un molo preciso nell'accentuare gl i aspetti d i auto-
gestione della lotta, nell'accrescerne la durezza nei momenti di scontro, nello
stimolarne l a socializzazione (assemblee e cortei in comune). Queste lotte
hanno avuto d'altra parte dei l imiti ben precisi: gl i obiettivi rivendicativi
erano abbastanza tradizionali; le avanguardie operaie che al momento hanno
spontaneamente gestito l a lotta non s i sono consolidate, e talora •(Auto
Bianchi) hanno semplicemente rafforzato i l sindacato; i contatti con gl i
studenti e in generale la socializzazione della lotta sono rimasti un episodio.
Le lotte più mature degli ultimi mesi dell'anno supereranno alcuni d i
questi limiti: l a lotta della Pirelli e quella della Candy (3) , due casi t ra
di loro così diversi, hanno entrambe i l carattere di lotte lunghe o di situa-
zioni di lotta continua, piuttosto che di episodi, rivolte contro l'organizza-
zione del lavoro. L'influenza politica del movimento studentesco, che è di-
retta alla Pirelli, è importante anche alla Candy; i l rapporto t ra stufi enti
e lotta operaia è diverso da quello degli incontri d i massa prevalente i n
primavera: tende a passare attraverso l'impegno stabile d i alcuni studenti
(CUB Pirelli) o comunque attraverso l'assorbimento da parte d i alcuni
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