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risalgono alla fine del '67. I l '67 vede ancora i l sindacato impegnato a spin-

gere gli operai alla lotta di fabbrica (alla « lotta articolata »), mentre i l '68

vede a Milano, così come in molte altre situazioni in Italia, esplodere una

serie d i lotte aziendali, mettersi i n moto un processo, con fort i caratteri

di spontaneità, che supera largamente le aspettative dello stesso sindacato.

Erano anni (approssimativamente da l '59) che i l sindacato cercava

di superare l a sua p i ù grossa debolezza: l'assenza d i un'organizzazione

operaia nella fabbrica. I l movimento sindacale italiano, come quello fran-

cese, è sempre stato debole nella fabbrica: per una serie di ragioni storiche,

si è sviluppato entro una struttura contrattuale molto centralizzata, e con

una struttura organizzativa altrettanto centralizzata.

L'inesistenza di un'organizzazione sindacale in fabbrica ha reso difficile

per i l sindacato sfruttare attraverso lotte aziendali i margini d i contratta-

zione offerti da un'economia sviluppata: fare cioè in Italia ciò che fanno in

altri paesi industrialmente più avanzati dei sindacati semplicemente p i ù

efficienti ed adeguati rispetto alla situazione, non per questo politicamente

più contestatari del sistema. Dopo che in Italia si è consolidata una strut-

tura produttiva relativamente moderna, era abbastanza facilmente preve-

dibile che i l sindacato v i si sarebbe adeguato, sviluppando l a capacità d i

condurre lotte aziendali. Era molto meno prevedibile che questo processo

avrebbe avuto luogo i n un clima generale d i rinnovata tensione sociale e

scatenando a livello di fabbrica delle lotte operaie così nuove e così dure

per forme e contenuti, da andare, nella loro portata politica attuale e nelle

loro potenzialità, ben oltre i l significato di quello che i l sindacato chiamava

lo « sviluppo della contrattazione articolata » o la «costruzione del sindacato

nella fabbrica ».

E' importante tenere presente questo punto d i partenza, poichè solo

così, nella ricerca delle potenzialità politiche e delle soluzioni politiche d i

questa situazione, si può tenere conto della fragilità dell'attuale movimento

di lotte operaie in Italia, della possibilità di un loro ridimensionamento come

«rinnovamento sindacale », e quindi della necessità di trovare con urgenza

soluzioni politiche nuove.

Non ragioniamo a partire da una storia minuta delle lotte operaie a

Milano; offriamo piuttosto uno schema interpretativo e degli esempi; i l

riferimento principale sarà a i metalmeccanici, data l'importanza quanti-

tativa e qualitativa della categoria, specie a Milano.

Nel '67 dunque era ancora fondamentalmente i l sindacato a «spin-

gere » le lotte di fabbrica: •si trattava di attuare i n concreto quei « diritti

sindacali)> per ottenere i quali i l sindacato aveva rinunciato ad ottenere

consistenti aumenti salariali nel contratto nazionale dei metalmeccanici del

'66; si trattava di colmare quel distacco 'tra sindacati e lavoratori che era

stato rivelato ed acuito durante e dopo l a lotta contrattuale.

E' verso la fine del '67 che non solo questa linea mostra di avere netta-

mente successo, ma anche si cominciano a rivelare alcune caratteristiche

nuove nelle lotte. Due di queste hanno particolare importanza: l a tendenza

ad iniziare l e lotte spontaneamente, indipendentemente da un'indicazione

sindacale; l a tendenza a lottare per contenuti rivendicativi nuovi. La lotta

svoltasi nel reparto « Gruppi » dell'Alfa Romeo di Milano ci sembra l'esempio

più significativo (1). La lotta fu iniziata spontaneamente dagli operai, senza

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