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lazione agricola non f igura p i ù su l mercato agr icolo come

vendi tr ice d i

mezzi d i sussistenza, ma come venditrice d i forza lavoro e compratrice d i

mezzi di sussistenza.

Le piccole aziende cessano di far concorrenza al la gran-

de azienda, e anzi la favoriscono e la sostengono (...) fornendole operai sala-

riati e acquistando i suoi prodot t i ».

Ma l a possibi l ità che c iò avvenga — e i n questo consiste i l carattere

capitalistico

del processo — è subordinata all'accrescersi d i occasioni extra-

aziendali e

soprattutto

extra-agricole: «non dappertutto l o sviluppo avviene

in questa direzione .(cioè

come spezzettamento).

L'eccessiva frammentazione

delle piccole aziende presuppone che v i sia l a possibi l ità d i ottenere una

occupazione accessoria a l d i f uor i del la propr ia azienda. Là dove sol tanto

la grande azienda offre tale possibilità, lo spezzettamento trova i suoi l imi t i

nel momento i n cu i comincia ad ostacolarla. A l d i qua d i questi l imi t i , l o

spezzettamento del le piccole propr ietà diviene u n sostegno de l l a grande

azienda. (. . .) Può così accadere che l a piccolissima e l a grande azienda s i

sviluppino contemporaneamente n o n sol tanto i n segui to al l 'ampl iamento

della superficie coltivata, ma anche dove ciò non è possibile. I n t a l caso,

la parcellizzazione avviene a spese del la

media azienda».

In realtà, se s i f a r i fer imento a l processo d i svi luppo del l 'agricoltura

italiana nel l 'ul t imo quarantennio, occorre fare una precisazione i n mer i to

a questo punto: l a parcellizzazione, i n un pr imo tempo, è avvenuta i n larga

parte mediante l'occupazione d i ter re demanial i ed è stata incrementata

mediante le opere d i bonifica; i n un secondo tempo, attraverso l a r i forma

fondiaria, l a s i è al imentata mediante l o scorporo d i larghe p a r t i d e i

«feudi » esistenti soprat tut to ne l mezzogiorno, ottenendo soprat tut to l ' ef -

fetto d i determinare o faci l i tare i l « salto » imprenditoriale dei lat i fondist i

in senso p i ù dinamicamente capitalistico (34).

Soltanto i n u n terzo momento — quel lo attualmente i n fase iniziale

avanzata — e sol tanto nel le zone dove non s i è raggiunto g i à nel le fas i

precedenti un equi l ibrio soddisfacente nel senso indicato, comincia ad essere

intaccata l a media azienda contadina, quel la ident i f icabi le — secondo l o

schema tradizionale — come sfera de i «contadini med i e r i cchi ». Anche

tale vicenda, l à dove compare, s i conf igura secondo l o schema i l lust rato

sopra, sebbene a un diverso livello: così quegli strati, giunt i precedentemente

ad uno stato d i relat iva autonomia imprendi toriale che sembrava esclu-

dere (sia pure a costo d i notevoli sforzi) l a lotta per la sopravvivenza come

agricoltori, s i r i t rovano coinvol t i i n u n processo d i intenso cambiamento

che ha come sbocco la ricaduta nelle condizioni di piccol i coltivatori, oppure

per un numero più esiguo — la « promozione » a piccol i-medi imprendi-

tori capitalistici.

«Quando si è giunt i a questo stadio — conclude Kautsky l ' a u m e n t o

delle piccole aziende agricole è ormai soltanto una forma particolare del -

l'aumento del le famigl ie proletarie, che v a d i pa r i passo con l 'aumento

della grande azienda capitalistica » (s' intende,

agrar ia

e

industriale).

(35)

3. R i su l t a dunque abbastanza evidente che nell 'analisi d i Kautsky

la quale appare a tutt 'oggi assai ricca d i spunt i attual i , come s i è somma-

riamente cercato d i mostrare — le due accezioni del termine

prole tarizza-

zione

esposte sopra s i intrecciano i n u n nodo estremamente i l luminante

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