Table of Contents Table of Contents
Previous Page  73 / 236 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 73 / 236 Next Page
Page Background

si possono sommariamente t rarre da Kautsky e Lenin per ciò che riguarda

in modo specifico l a proletarizzazione i n agricoltura. (28)

Sintetizzando al l 'estremo, s i incont rano i n que l l a l i nea due t i p i d i

approccio a l problema:

a)

L a proletarizzazione intesa — i n senso st ret to c o m e aumento

percentuale dei salariati ( f issi e avventizi) su l totale degl i addett i al le at t i -

vità agricole. Tale aumento s i presenta anche, nel le zone d i maggiore svi-

luppo, come trasformazione o

scissione

delle due figure tradizional i del brac-

ciante generico e del lo « specialista » (potatore, innestatore ecc.) i n diversi

tipi di lavoratori più o meno specializzati e «parcellizzati », anche se spesso

almeno i n I tal ia e i n gran parte dell'Europa n o n ancora formalmente

«qualificati ».

b)

L a proletarizzazione intesa, i n senso p i ù ampio, come processo

di assunzione — da par te d i gruppi sempre p i ù estesi del la popolazione

agricola i n particolare, e rura l e i n generale — d i par t icolar i funzioni e

caratteristiche socio-economiche « nuove », processo che coinvolge piena-

mente anche mo l t i st rat i che apparentemente conservano, immutate, al t re

caratteristiche esteriori considerate i n genere « tradizionali ». (29)

Esempio d i ciò — a parte le modificazioni d i ruolo d i notevoli aliquote

di salariati e braccianti connesse al lo svi luppo capitalistico d i alcune zone,

di cui s'è già parlato — sono i cambiamenti più o meno vistosi che si stanno

verificando i n I tal ia ( e i n forme p i ù avanzate i n Francia, Germania e

Sviz-

zera,

ad esempio) nell'organizzazione interna ed esterna delle aziende diret-

to-coltivatrici.

Tali cambiamenti (divisione sensibilmente p i ù r igida del lavoro anche

in seno al nucleo famigliare, sviluppo della meccanizzazione aziendale leggera

e pesante, applicazione d i nuove tecniche coltural i, adozione d i nuovi t i p i d i

coltura, più intensi legami con l ' industria per ciò che riguarda sia l a collo-

cazione de i prodot t i , s ia l 'acquisto de i f a t t or i del la produzione, eccetera)

meritano una breve considerazione a parte, che può tornare ut i le ai compa-

gni impegnati nel lavoro pol i t ico i n zone dove essi r isul t ino intensi. Poichè

tali fenomeni sono particolarmente evident i nel le aree d i maggiore sv i -

luppo, anche quando non d i grande proprietà, i n generale essi tendono a

venir considerati come segni d i intensificazione del lo svi luppo capitalistico

dell'agricoltura; occorre però chiar i re una cosa: tale intensificazione,

nel lo

•stadio attuale dello sviluppo, non va r i fer i ta al l ivel lo aziendale, ma a quello

zonale.

Ciò equivale a di re che a l ivel lo aziendale l 'attuale accumularsi d i

quei fat tor i nuovi (spesso i n apparenza distr ibui t i con relativa omogeneità),

è sì indice d i uno svi luppo capitalistico i n atto, ma nel dupl ice senso che

è appunto t i p i co del lo svi luppo capital istico: cresci ta imprendi toriale pe r

un cer to numero d i agr icol tor i , «marginalizzazione » d ' un numero assai

superiore.

I maggiori costi rappresentati dal le innovazioni, introdot te nel lo sforzo

di sopravvivere

come agricol tori

(che oggi equivale a

svi lupparsi

i n senso

capitalistico, o i n pr ivato o attraverso l a cooperazione) anche sot to l o st i -

molo ampl i f icato a d a r t e d a i p i ù svar iat i organismi pubb l i c i e pr i vat i ,

appaiono già in moltissimi casi, a l ivel lo aziendale, come fat tor i d i appesanti-

mento e d i cr isi , i cu i effet t i sono po i ulteriormente accentuati dai cr i ter i

esplicitamente selettivi secondo i qual i avviene i l finanziamento e i l credi to

da parte dello stato.