

come invece avviene nel capitalismo nella misura in cui i l saggio di investi-
mento è determinato dalla politica monetaria;
c)
Non necessariamente ne l sistema pianificato l a forma tecnica
dell'investimento viene decisa con riferimento a l criterio della redditività;
d)
« La struttura dell'investimento invece di essere in prima istanza
la risultante delle congetture e aspettative di un gran numero di operatori
indipendenti (imprenditori), "rivedute" ne l lungo periodo d a movimenti
ex post
dei prezzi di mercato, con la pianificazione economica risulta essen-
zialmente da l tentativo d i assicurare
e x ante
una serie coordinata d i
decisioni d i investimento: prima cioè d i destinare le risorse a particolari
progetti di costruzione o di impianto » (24) .
L'elemento che può essere assunto come centrale di questa impostazione
sembra debba essere quello indicato nel punto
d.
La ragione dell'impor-
tanza di una coordinazione ex ante delle decisioni di investimento sta nel
progressivo ampliamento delle dimensioni del le «indivisibilità tecniche »,
delle industrie, che non consentono se non ridottissime possibilità di sostitu-
zione. In una situazione di coordinamento ex post ( in cui le decisioni d'inve-
stimento seguono l'andamento dei prezzi) non s i potrebbe evitare, posto
un andamento sfavorevole dei prezzi, conseguente ad un qualsiasi cambia-
mento nella linea di sviluppo di una data produzione, la prematura obsole-
scenza degli impianti immobilizzati nel settore e la svalutazione dei capitali.
Senza entrare direttamente nel merito d i una discussione su questi temi
si possono, per quanto in modo generico, indicare alcune linee rispetto alle
quali si dovrebbe precisare l a discussione. Brevemente:
a)
L o sviluppo recente del capitalismo ha dimostrato l a tendenza
alla creazione di strumenti teorici e tecnici, oltre che politici, tali da consen-
tire un più elevato grado di previsione e di controllo dell'andamento econo-
mico. Di fatto, la politica economica non può più essere considerata come
condizione
aggiuntiva,
essendo parte essenziale delle condizioni materiali
della produzione capitalistica. La funzione d i guida svolta dagli organi di
pianificazione nazionale, i l più elevato grado d i penetrazione dello Stato
nella produzione, i l carattere di stabilizzazione dei provvedimenti monetari
e fiscali, la loro maggiore ripercussione sull'assetto del sistema, ecc., sono
tutti elementi che, se non eliminano le differenze t ra due strutture dello
investimento, rendono comunque più problematica una distinzione rigida
tra le due;
b)
Le scelte d i investimento non sono più riconducibili a «conget-
ture e aspettative di un gran numero d i imprenditori »; basare su questa
affermazione una del le
differenze
t r a capitalismo e socialismo (che d i
questo si tratta!) significa aver passato gli ultimi cinquantanni in convento!
Al
gran numero
d i imprenditori, come elemento motore dell'economia, s i
è sostituito un numero limitato di grosse concentrazioni di capitale le quali
svolgono un controllo sempre più elevato sul mercato e sulla società nel
suo complesso. Serve ricordare che i l processo di concentrazione, di riuni-
ficazione de i capitali individuali, implica necessariamente l'aumento de l
grado d i accentramento delle decisioni? Det to incidentalmente Baran e
Sweezy, ne- l
Capitale Monopolistico,
mettono i n luce come nella fase del
capitalismo monopolistico le decisioni di investimento dei grossi complessi
industriali e finanziari risultino essere molto più caute che non nelle fasi
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