

capitalistiche,
per quanto si presentino i n forme arcaiche (non (< pure »). La
stessa impostazione sarà i l f i l o conduttore del la discussione sul le coopera-
tive contadine, pe r non par lare dell 'analisi del lo svi luppo de l capi tal ismo
in Russia.
La funzione che storicamente h a svol to l 'anal isi de l l o svi luppo de l -
l'agricoltura come coagire d i st rut ture non t u t t e capitalistiche, è
stata d i
fatto quella d i mistificare i l processo d i proletarizzazione, a prescindere dai
romanticismi reazionari à
l a Sismondi
e da i tentat ivi d i contrabbandare
l'azienda contadina come embrione del la società socialista.
All'interno d i posizioni, da l punto d i v i sta de l capitale, i r r inunciabi l i
(stabilità d i quel model lo d i divisione sociale del lavoro che garantisce l a
continuità del processo d i proletarizzazione) operano scelte e sistemazioni
che, se possono apparire disfunzionali nel breve periodo e per un'area eco-
nomicamente l imitata, nel lungo periodo e per i l sistema nel suo complesso
risultano come momenti necessari per i l superamento d i determinate stroz-
zature. I n questo senso è interamente feticistica l a visione del le aree sotto-
sviluppate e delle sacche di arretratezza strutturale nei paesi capitalisti avan-
zati, come situazioni che si troverebbero al pr imo gradino della stessa scala
per la quale sono già passati i paesi industrializzati. Si tende a confondere,
mistificandolo con la psicologia decollistica, i l carattere d i complementarietà
che lega queste aree rispetto ai paesi avanzati.
Lo sviluppo internazionale del capitalismo ha assoluto bisogno d i queste
aree vergini, utilizzate nel passato come font i d i forza lavoro da schiavizzare
e d i materie pr ime a buon mercato, ed oggi anche come sbocchi all'ecce-
denza d i surplus ( impiant i industrial i, napalm).
Prescindendo dal le forme p i ù o meno espl icite con cu i i l capi tale s i
impadronisce del l ' intera società, l a qualificazione fondamentale pe r ch i s i
ponga i l problema del passaggio a l socialismo r imane quel la che definisce
come uni tar io i l sistema partendo dall'osservazione i n esso del la generaliz-
zazione dello sfruttamento. L'uni tà è la generale sussunzione del lavoro sotto
il capitale. Non si t rat ta d i vedere l 'agricoltura come settore con caratteri-
stiche ed esigenze particolari, ma come uno dei modi specifici i n cui si attua
lo sfruttamento.
Storicamente, pe r i l movimento operaio, l a visione de l
mondo conta-
dino
come i n qualche modo avulso dal la real tà capitalistica ha significato,
nei diversi momenti, o la rinuncia effettiva ad una pol itica operaio-contadina
rivoluzionaria, mascherata diet ro generici appel l i al la sol idarietà proletaria
(e l a conseguente accentuazione de i temi trade-unionistici nel la l o t t a ope-
raia), oppure l a teorizzazione d i una pol i t ica i n cu i i contadini avrebbero
dovuto rappresentare una massa d i manovra nel le man i dell'avanguardia
proletaria che, prendendo i l potere nel le fabbriche, avrebbe p o i « messo
mano)) al la questione agraria.
•Non è forse un caso che al lo sviluppo del la concezione dell 'agricoltura
come settore arretrato abbia corrisposto storicamente nel r i formismo (da-
gli
amici del popolo
a Sereni e C., per intenderci) l a visione de l mondo
contadino come
un i tà sociologica.
L a rilevazione del la debolezza del l 'agri-
coltura ne i conf ront i de i monopol i indust r ial i h a por tato a relegare i n
secondo piano l 'anal isi del la « società contadina » come società d i classe.
Nella misura i n cu i s i è tentata un'analisi d i classe, mol to raramente s i è
56