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immunizzarsi di fronte alla realtà e per sfuggire alle ambivalenze e contraddizioni

che per fortuna le sono proprie. E infine: è possibile ancora oggi credere che i l

«popolo »' i contadini, gli operai, abbiano bisogno di retorica, sia pure rivolu-

zionaria? La politicizzazione delle masse non è indipendente dai modi i n cui

èottenuta: l'agitazione sulla base di stimoli, slogan, etichette, dovremmo la-

sciarla alla pubblicità borghese, che qui è più in gamba, sembra avere maggiore

successo. Ma è questo successo di cui ha bisogno il movimento? Chi rifletta sulla

storia del movimento operaio occidentale e su certe condizioni attuali d i un

movimento rivoluzionario nei paesi sviluppati dovrebbe almeno imparare che

l'indottrinamento, l'agitazione in forme rituali (si può discutere e ammettere la

necessità di certi rituali politici; non è questo i l punto; i l problema è di sapere

che funzione hanno rispetto alla presa e al livello di coscienza), la costituzione

di un apparato e la figura del rivoluzionario di professione non sono più « all'al-

tezza dei tempi», cioè delle contraddizioni e dei problemi, da cui un movi-

mento può ripartire i n Occidente. L'Unione (come del resto gl i al tr i gruppi

«cinesi ») critica i revisionisti, eppure sta costruendo un partito sulla base degli

stessi principi che hanno prodotto tra l'altro i l revisionismo. L'incongruenza si

può spiegare solo con l'adozione d i una teoria cospirativa della storia (non

assente del tut to anche nelle analisi cinesi, però non i n quelle d i M ao, ma

piuttosto in quelle « dal basso »), che è incompatibile per principio con i l marxi-

smo. Come se i l revisionismo fosse dovuto al

tradimento

(cioè, una corruzione

soggettiva) politico-ideologico di capi e burocrati!

Proprio i rituali e il linguaggio artificiale dei quali si serve l'Unione permet-

tono però di capire le motivazioni profonde cui ciò corrisponde. Sostanzialmente

ci sono tre bisogni-problemi da soddisfare: 1) i l bisogno di identificazione, 2) i l

bisogno di certezza, 3) i l bisogno di stabilità. Si parla qui di bisogni, non per

fare dello psicologismo; questi bisogni sono sentiti soggettivamente e come tali

sonoproblema individuale, tuttavia senza di essi non si mobiliterebbero energie

eversive, nè sarebbe possibile passare dal bisogno individuale alla necessità col-

lettiva (di organizzazione e strategia, per esempio). L'Unione è una risposta

distorta a questi bisogni, essi ne spiegano le caratteristiche. Poichè però l'Unione

ha la pretesa di essere un gruppo

rivoluzionario,

con una teoria e strategia

coerenti

e rispondente alle

attuali

necessità poste da un agire eversivo, è legit-

timo misurare tale pretesa sia con la realtà dell'Unione, e cioè precisamente an-

checon quegli aspetti che i suoi membri non vogliono vedere, sia con i requisiti e

condizioni attuali di un agire rivoluzionario. Rispetto a questi problemi, una

critica all'Unione come critica al suo « marxismo-leninismo-maoismo» è secon-

daria.

Il bisogno di

identificazione:

ha molte fonti: i l fatto che in una società

alienata come la nostra non sia possibile a nessuno identificarsi seriamente e

profondamente con un fine più che individuale (i l MS ha catalizzato per primo

questo bisogno di appartenenza comunitario, ma ne ha saputo trarre poco, tralal-

tro perchè ha bagatellizzato i conflitti esistenti al suo interno come comunità,

non ne ha fatto oggetto di critica politica), i l fatto che i soggetti siano giovani e

quindi ancora in cerca di identità oppure disposti a assumerne una nuova, i l

fatto che essi appartengano per lo più alla borghesia (media, alta o piccola) e

quindi abbiano i l bisogno urgente di tagliare i ponti con la propria origine e i l

senso di colpa di identificarsi con l'altro da sè più o meno idealizzato, la fuga dal

principio di prestazione (e poi anche da quello di realtà) come imposto dalla

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