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bile che questo sia i l secondo terreno su cui l a lot ta operaia esploderà i n

forme impor tant i come quel le d i Mi raf ior i .

Per tornare al la Mirafiori, l ì continua l'autolimitazione del la produzione

alla officina 13, malgrado i tentat ivi d i repressione fat t i con l o spostamento

di alcuni compagni. Anche al tre situazioni, come le presse, sembrano altret-

tanto esplosive, ma per adesso non c i sono state forme d i lot te aperte.

Che previsioni è possibi le f a r e sul le reazioni del la direzione Fiat , a

questo punto e per l ' immediato futuro?

Già prima, si ventilava la possibilità che la Fiat tentasse d i rispondere a

queste lot te o con l a repressione o con l a proposta d i accordo separato o

con ambedue insieme. Di fat to la Fiat ha preferito, ancora per un po', pun-

tare su l l o strumento sindacale, propr i o pe r evi tare quel le che potevano

essere le difficoltà e i costi pol i t ici d i soluzioni più globali e tentare di bloc-

care l a lot ta con l 'aiuto dei sindacati trat tando anche su voci sul le qual i

prima non era disposta a trat tare, con una serie d i concessioni parzial i e

differenziate. Tentava cioè d i fare concessioni che fossero sufficientemente

modeste sul piano economico, così da evitare d i farle figurare come anticipo

sul contratto, cioè* i n modo non assorbibile come i sindacati chiedevano.

E contemporaneamente cercava d i differenziarle i n modo da dividere g l i

operai e da smorzare con questo l a spinta d i lot ta, e soprattutto non f a r

passare i l pr incipio dell'uguaglianza totale delle concessioni, che è un

prin-

cipio

estremamente pericoloso pe r i capi tal ist i — tanto p i ù poichè cor r i -

sponde i n questo momento a un l ivel lo generale raggiunto dal la coscienza

operaia, e qu i nd i verrebbe davvero ut i l izzato immediatamente s u l p i ano

dell'organizzazione del l 'uni tà operaia. D i fat to, questo gioco non s t a r i u -

scendo. Non sta riuscendo al le l inee, come dimostrano queste fermate, e

non sta riuscendo più i n generale, perchè le fermate si moltipl icano i n p i ù

settori. Quindi , mentre sino a pochi giorni fa, l a Fi at grosso modo stava

al gioco de i sindacati, adesso — come dimostrano chiaramente g l i u l t imi

articoli del la « Stampa» e specialmente quel lo d i i e r i — comincia a d i re

non solo esplicitamente, ma con un certo ri l ievo e una certa insistenza, che

ormai l a lot ta è f uo r i da l control lo de i sindacati, che gruppi d i agi tator i

riescono a paralizzare l a produzione. Per l a pr ima volta, nel lo stesso ar t i -

colo, la Fiat ha reso pubbl ici i dat i ufficiali, forse un po' r idot t i , sui danni

subiti dal la produzione, e par la d i 40 mi l a vet ture con

un

danno d i 40

miliardi, drammatizzando qu i nd i p e r l a p r ima vo l t a una situazione che

invece pr ima cercava accuratamente d i nascondere. Questo è, a parer mio,

l'indizio del la preparazione d i scelte mo l t o p i ù grosse. L a previsione s u

queste scelte è però resa p i ù difficile da l fat to che esse s i legano anche a

una lot ta che probabilmente è mol to accanita, t ra le due correnti — i cosid-

detti « falchi » e l e cosiddette « colombe » — al l ' interno del la Fiat . Le co-

lombe, cioè la corrente progressista, che prevale ai massimi l ivel l i dirigenti,

avevano puntato nettamente tut to sul lo strumento sindacale. E ' chiaro che

questo strumento, i n questo momento, s'è abbastanza spuntato nel le l o r o

mani. Sul piano strategico, la visione d i queste persone è abbastanza chiara.

Gli ar t icol i d i fondo del la « «Stampa » su l Congresso del la CGIL,

ecc.,

l o

dimostrano a sufficienza. Sono convint i , e giustamente da l l o r o punto d i

vista, che è indispensabile riuscire a usare l o strumento sindacale, perchè

uno strumento repressivo ha effet t i l imi tat i , oppure, se è esteso a l ivel lo

politico, compor ta u n radicale cambiamento de l l a l i nea po l i t i ca segui ta

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