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sione, di collegamento più diretto con la lotta politica al l ' interno della scuola

che non g l i a l t r i due.

E' abbastanza diffusa una sorta di « ipotesi del maggio », che per Tor ino

tende ad ipotizzare una immediata diffusione nazionale dell'esperienza Fiat?

Che t i po d i indicazioni pol itiche generali, a l ivel lo nazionale, at t r ibuisci i n

prospettiva a questa lot ta?

Tut t i quel l i che, per così dire, lavorano sull'« ipotesi del maggio » han-

no u n curioso t i po d i atteggiamento: vogl iono i n cer to senso indirizzare

e provocare l a spontaneità operaia sul terreno che pe r ora l e va i n par te

lasciato, cioè quello

dell'iniziativa materiale del la lotta,

e lasciano al la spon-

taneità i l terreno che invece non le va lasciato, cioè

dell'indicazione politica,

dell'organizzazione pol i t ica d'avanguardia. Già adesso c'è un enorme divario

tra i l l ivel lo d i spontaneità e d i estensione del le lot te da una parte, e dal-

l'altra i l l i vel lo d i organizzazione pol i t ica che è estremamente ar ret rato

rispetto al pr imo. I l nostro problema è colmare questo divar io e non cer-

care d i acui r lo. Cercare d i acui r lo può provocare de i grossi casini , de i

grossi scontri sociali, senza che esista ( o s i possa formare nel l oro corso)

un'organizzazione capace d i di r iger l i ; e questo è veramente l 'aspetto p i ù

profondo dell'avventurismo. L e at t i v i tà d i mo l t i grupp i e mo l t e teorizza-

zioni vanno proprio nel senso di acuirlo, cioè di stimolare un'ulteriore inten-

sificazione e allargamento del le lot te; spesso questo avviene solo a parole,

però i n una situazione d i tensione così for te può anche ottenere dei r isul -

tati pra t i c i e lasciare ul ter iormente i nd i e t ro l ' a l t r o aspetto. Rispet to a

questo atteggiamento, cer te cr i t iche al l 'avventurismo f a t t e da i m . -l. sono

secondo me giuste. Ora, l a l o t t a F i a t è u n buon banco d i prova p e r

agire con un cr i ter io opposto. I n questo momento la lot ta operaia al la Fiat,

anche se non i n modo organizzato, ha una sua logica per cui riesce effetti-

vamente a r iprodursi continuamente, sfuggendo a l control lo del padrone e

dei sindacati. Questo è i l l ivel lo d i spontaneità raggiunto dal le lotte.

I l nostro problema non è tanto d i cercare con qualche intervento ester-

no di aggiungere uno o due punt i d i lotta a quel l i che la classe operaia apre

spontaneamente, ma quel lo d i cominciare a creare del le basi organizzate,

sia nel senso materiale sia soprat tut to ne l senso de l discorso pol i t ico, l à

dove questa l ot ta s i è manifestata ( o comunque nel le si tuazioni toccate

politicamente anche se non coinvolte materialmente, dal le l ot te d i queste

settimane). Cioè non s i t rat ta d i cercare dall'esterno d i stimolare l a spon-

taneità, sperando che poi , quando l a spontaneità s i è allargata e intensifi-

cata., da questa nasca l'organizzazione pol i t ica. Questo t i po d i esperienza

Fiat potrebbe portare, nel migl iore dei casi, e comunque parzialmente c i ò

può certamente avvenire, al la formazione al l ' interno del la Fiat d i un'avan-

guardia operaia sufficientemente politicizzata, ma non p i ù a l modo d i certe

pseudo-avanguardie operaie politicizzate fat te da operai bravissimi, ma sin-

goli individui senza nessun peso sufficiente pe r guidare l e lot te; s i trat te-

rebbe invece d i un'avanguardia pol i t ica che s i collega all'avanguardia p i ù

vasta e f luttuante degl i operai p i ù combattivi ( d i cui costituisce una par te

rilevante), e qu i nd i è i n grado d i avere un'incidenza sul le lot te. Con l a

possibilità d i affrontare con un certo anticipo ( e comunque nel suo corso)

i problemi pol i t ici della lotta, e con la possibilità d i prendere iniziative d' in-

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