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dalla Fiat i n t u t t i questi anni, e comporta problemi enormi. 'Lo strumento

di cont rol lo che possono usare resta qu i nd i principalmente i l sindacato,

però a questo punto s i trovano a dover premere « da sinist ra » pe r una

democratizzazione del sindacato, cioè perché i l sindacato sappia prevèdere

e accogliere megl io, qu i nd i anche attraverso una democratizzazione del la

sua st rut tura interna e degl i i s t i tut i d i rappresentanza i n fabbrica, cer te

spinte della base, i n modo da poter intervenire tempestivamente per evitare

che ar r ivino a l l ivel lo esplosivo a cu i sono arrivate. D i qu i l a cr i t ica al la

burocratizzazione, a l distacco t r a sindacato e base, che viene f uo r i abba-

stanza esplicitamente dal le colonne del la «Stampa ». Ora, se questa l inea

a l ivel lo strategico è probabi lmente vincente, perché s i inquadra i n una

linea più generale d i collaborazione col

PCI,

ecc., sul piano tat t ico è invece

in grosse difficoltà. D i qu i i l peso che ha, sul le scelte immediate, l a cor-

rente p i ù « vecchia», se vogliamo, cioè l a corrente dura, che invece chiede

come modo d i soluzione rapida della questione un t ipo d i repressione abba-

stanza massiccia — che può anche, a quel punto, accompagnarsi a un'offer-

ta d i consistente accordo separato d i ant icipo su l contrat to d i settore, a

cui credo che questa par te de i « duri » non opporrebbe una f o r t e resi -

stenza. Appunto cer te oscillazioni del la F i a t ne l l a conduzione del le t r a t -

tative di questi giorni, ol tre a una serie di voci abbastanza documentate che

circolano al l ' interno su l iste d i nomi d i possibi l i spostati o licenziati, cioè

sulla individuazione a l ivel lo d i duecento o più nomi d i una serie d i operai

che

si

vogl iono colpire, mostrano che senza dubbio l a F i at s i s t a prepa-

rando al la repressione, anche se non ha ancora deciso quando, come, e i n

che forme usarla. Gl i stessi ar t icol i del la « Stampa » rivelano che l a F i a t

gioca contemporaneamente anche l 'al t ra carta, cont inua cioè a r iproporre

un accordo globale che met ta f ine a questo stato d i cose e che evidente-

mente costituisca i n qualche forma un anticipo del contratto nazionale (1) .

Rispetto a queste due possibilità, qual i scelte r i t i en i s i debbano por re

per l ' indirizzo del la lotta, e del nostro intervento?

Attualmente l a r isposta a l l e due l i nee paral lele de l l a po l i t i ca F i a t

(1) Nota al 27 giugno:

La tattica della Fiat si è venuta precisando con l'« accordo-pac-

chetto » proposto in questi ultimi due giorni dai sindacati, e approvato da questi ieri

in linea d i

massima,

salvo sottoporlo nei prossimi giorni all'« approvazione » degli

operai. Questo accordo si limita a ricapitolare, con alcune aggiunte, le varie offerte

emerse nel corso d i due settimane da parte della direzione per gl i operai delle

linee e dei gruppi di preparazione di tutte le sezioni Fiat .(quasi 60.000): concessioni,

come si è detto, estremamente parziali e differenziate, con un « minimo denominatore

comune » di un aumento di 16 lire all'ora, distribuito su varie voci del salario. Nelle

intenzioni della Fiat, l'applicazione dell'accordo è subordinata al « ritorno alla norma-

lità produttiva ». La Fiat continua a giocare sui due piani, l a contrattazione e l a

repressione: infatti, contemporaneamente, ha ripreso a far circolare la voce di una

possibile serrata e a fare alcuni « preparativi tecnici » per dar credibilità alla cosa.

Sembra probabile che attenderà alcuni giorni per vedere se, con l'accordo e l'azione

dei sindacati per imporlo agli operai, vi é un riflusso considerevole delle lotte; per

passare in caso contrario a decisioni più drastiche. L'accordo ha determinato alcuni

elementi di incertezza alle linee di Mirafiori (parziale rientro dello sciopero alle prepa-

razioni dell'off. 52 e 53, in corso da due giorni, che aveva di nuovo bloccato l'intera

lavorazione delle linee); ma, accanto a questo, sta l'estensione finalmente massiccia

della lotta al d i fuori di Mirafiori, cioè a Rivalta e alla Lingotto. Sembra quindi

difficile che l'accordo di ieri possa « noi malizzare» la situazione.