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(cioè l'ingabbiamento attraverso l'accordo, e l a repressione) deve avvenire

anzitutto su i p r imi mod i parzial i con cu i queste due pol i t iche s i stanno

realizzando, cioè con una capacità d i rispondere a l l e concessioni sminuz-

zate e l imi tate, e una capacità d i rispondere a i tentat ivi d i repressione

limitata — e questo è i l punto su cui stiamo concentrando adesso l o sforzo

e a questo l ivel lo ritengo che ci siano delle buone possibilità di una risposta

efficace. Ben p i ù diffici le è i l problema del la risposta a l l ivel lo p i ù gene-

rale, propr io perchè non esiste i n questo momento un'organizzazione, u n

collegamento, un bagaglio politico, un'avanguardia formata che sia i n grado

di guidare e d i organizzare i n prat ica una risposta al l ivel lo d i azione pol i-

tica generale a cui la Fiat può arrivare i n questo momento.

Appunto per questo è necessario distinguere t re l ivel l i del nostro lavoro,

come s'è i n parte fat to nella pr ima parte dell'intervista, ma che è ora neces-

sario distinguere p i ù esplicitamente: 1 ) i l l ivel lo dell'azione d i massa del la

classe operaia; 2 ) i l l ivel lo d i quel la che potremmo chiamare avanguardia

di massa, cioè d i quegl i operai che sono a l l a testa del la l o t t a — vasto

strato con cui soltanto i n parte siamo i n contatto; 3) i l l ivel lo d i una vera

e propr ia avanguardia pol itica, che al lora non s i qualifica p i ù soltanto sui

temi immediat i del la lot ta, ma s u una visione p i ù a lunga scadenza, e

allora non è t u t t a interna a l l a fabbrica, ma v a a l d i l à d i questa e s i

collega con a l t r i « pezzi » d i avanguardia pol i t ica d i a l t r e fabbr iche, d i

altri st rat i sociali.

Sul p r imo l ivel lo è necessario essere mo l t o real ist ici . A l l ivel lo del la

azione d i massa, l a nostra influenza è abbastanza l imi tata: quel lo che no i

possiamo fare è sapere cogliere tempestivamente qual è i l l ivel lo e qual è

la capaci tà d i l o t t a raggiunt i momento p e r momento da l l a spontaneità

operaia, e cercare d i generalizzarli attraverso gl i strument i l imi tat i d i inter-

vento che abbiamo a nost ra disposizione: i volant ini , l ' intervento davant i

alle porte, ecc. Non siamo in grado, e sarebbe veramente astratto i l pensarlo,

di pianificare a lunga scadenza, e neanche a media scadenza, una risposta

di massa del la classe operaia. Attualmente, l a capacità d i lotta, i l l ivel lo d i

coscienza pol itica mostrato dal la classe operaia Fiat è al d i là d i quelle che

potevano essere le previsioni che si potevano fare a tavolino. I n questo senso,

questa è una grossa conferma del fat to che realmente, quando le tensioni d i

classe raggiungono una certa acutezza, le masse vanno sempre al d i là, sono

sempre più avanti di quello che qualsiasi gruppo, anche d i dirigenza esterna

o d i futura avanguardia, possa prevedere. Questo però non significa che già

ora la classe operaia Fiat abbia la capacità di rispondere i n modo completo,

tempestivo e duraturo ai grossi at t i pol i t ici che la Fiat può fare, e cioè che

questa lotta possa spontaneamente consolidarsi i n una lot ta di lunga durata,

che sappia affrontare la repressione, che sappia affrontare i l contratto, al lo

stesso l ivel lo di coscienza e di autonomia rispetto al movimento operaio uffi-

ciale con cui ha affrontato le lot te d i queste settimane. Su questo è vera-

mente azzardato fare del le previsioni; quel lo che impor ta è dunque essere

preparati pure a mantenere una continuità organizzativa, una cont inui tà d i

possibilità d i lot ta, anche d i f ronte a moment i d i eventuale r i f lusso e d i

eventuali sconfitte. E sia rispetto al le possibilità d i un riflusso, sia rispetto

alla capacità d i aiutare la spontaneità d i massa a vincere cer t i scontr i p i ù

generali con la Fiat, la nostra capacità di influenza, da questo punto d i vista,

si lega al lavoro agli al tr i due livelli, che sono gl i unici due l ivel l i ai quali noi

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