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ragazzi sono spesso gli unici libri che circolano nelle case operaie (sembra che

la funzione pedagogica si estenda anche ai genitori degli allievi, soprattutto se

operai: non avendo studiato potrebbero credere che esista la lotta di classe).

Morale: nel collegio dei professori che avrebbe deciso dell'adozione dei l ibri di

testo la preside si sarebbe opposta al Vegezzi-Fortini. Ore 17,30: Collegio dei

professori. Tra i l caldo, la noia e gli sbadigli si fanno passare uno dopo l'altro

all'approvazione distratta dell'assemblea

tut t i

i cento e più l ibri i n adozione.

Ultima, l'antologia incriminata. Vengono fat t i parlare • i « rappresentanti dei

genitori », accuratamente selezionati. « Non potrei permettere che mio figlio

legga un l ibro marxista come questo » esclama un genitore. Sensazione. I l

Collegio si risveglia, si anima. I l diavolo in collegio, è i l caso di dirlo. Un pro-

fessore afferma cinicamente: « Ci dobbiamo difendere ». Che siano arrivati i

cinesi, quelli veri? Qualche anziano insegnante si guarda intorno spaventato. La

seduta è aggiornata al giorno successivo, come massima concessione a chi aveva

chiesto otto giorni di tempo per procurarsi i l libro e, se non altro, sfogliarlo.

Chi invece vuole che tutt i i volumi in adozione siano trattati come i l Vegezzi-

Fortini, e perciò discussi, viene zittito perentoriamente: la Preside è Preside e

fa quello che vuole. I l giorno seguente, alla votazione, un fronte non troppo

esteso d i insegnanti d i chimica, matematica, applicazioni scientifiche e v i a

discorrendo evita la iattura: i l testo è respinto, i ragazzi sono salvati dal pes-

simismo e i loro genitori dall'antica favola della lotta di classe, i l marxismo è

debellato.

La stessa preside aveva osservato, ancora una vol ta acutamente, che

L'antologia poteva andare benissimo per i ginnasi ma non per i l biennio del

tecnico. Infatti: i licei sono una sorta di ghetto culturale nel quale i ragazzi

vengono rimpinzati delle dottrine più disparate e i valori dominanti —

idest

della classe dominante — passano attraverso i l relativismo culturale, lo stori-

cismo più o meno assoluto ecc.; negli istituti tecnici passano attraverso l'esclu-

sione di tutto ciò che non siano i tr i t i valori imposti alle classi subalterne. Qui

la cultura, quella vera, è un autentico bisogno. « Dobbiamo prestare seria

attenzione — dice Mao — ai problemi del riso, dell'olio, del sale ». Vegezzi e

Fortini si sono conformati a questo insegnamento.

Roberto Han

L'episodio riferito da R. Han presenta un altro risvolto che forse merita

attenzione. In quell'Istituto tecnico l'antologia di Vegezzi-Fortini è stata respinta

dal collegio dei professori, per quanto se ne sa, per un voto — sulla base della

legge [« Per ciò che riguarda la scelta dei libri di testo la proposta del compe-

tente professore si intenderà approvata dal Collegio quando abbia raccolto i

suffragi favorevoli di un

terzo dei votanti

» (art. 3 R.D. 14 ottobre 1923 n. 2345)]

che è tra l'altro una palese violazione della libertà d'insegnamento sancita dalla

Costituzione.

La violazione del cd. Di r i t to da parte delle autorità burocratiche, è la

regola nella scuola italiana; i l fenomeno meriterebbe d i essere analizzato. Si

potrebbe tentarne per es., una classificazione delle

forme

(disapplicazione d i

certe norme, applicazione autoritariamente scorretta di altre, consuetudini inter-

pretative [prassi] radicate nella vecchia mentalità fascista o liberalautoritaria,

rifiuto della costituzione, ecc.). Infatti, se è vero che nei processi di mutamento

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