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anch'essa in aumento, e ai ritmi attuali occorreranno 4,5-5 anni per terminarli,

L'autore che riporta i dati succitati è talmente preoccupato da proporre i

blocco totale dei nuovi investimenti per i prossimi uno-due anni, al fine di

portare a termine quelli già in corso (16).

La dinamica che si delinea porta inevitabilmente ad un progressivo dete-

riorarsi della situazione soprattutto con riferimento alle applicazioni industriali

dei risultati della ricerca tecnico-scientifica e quindi alla modernità dei nuovi

impianti industriali. I calcoli dimostrano che il 70% circa degli investimenti in

costruzioni industriali previsti per il prossimo, nono piano quinquennale (1971-

1975) devonoessere indirizzati al completamento di stabilimenti la cui costru-

zione è stata iniziata nel corso dell'attuale piano quinquennale, anche se molti

di essi non risponderanno più agli standard del progresso tecnico al momento

dellamessa in opera (17).

Ma l'eccessiva durata dei lavori di costruzione degli impianti industriali

dauna volta e mezza a due volte il tempo fissato dalle norme (18) — non rap-

presenta che un aspetto del problema. Nell'Unione Sovietica i l tempo neces-

sario per la realizzazione industriale di una scoperta — il

lead-time

che com-

prende la ricerca scientifica, la progettazione, la costruzione dell'impianto e la

suamessa in funzione — è in media di 8-12 anni. I l già citato prof. Trapeznikov

afferma che è pienamente possibile una diminuzione del

lead-time

di almeno

quattro anni, ciò che vorrebbe dire, su scala nazionale, una economia di 45

miliardi di rubli (19). Fino a che non saranno realizzate le proposte del prof.

Trapeznikov, non solo i 45 miliardi devonoessere calcolati nella rubrica delle

perdite e non in quella dei progetti, ma come si è già accennato, l'Unione Sovie-

tica rischia di trovarsi in una situazione di gap tecnologicononostante gli impo-

nenti investimenti nella ricerca scentifica e i notevoli risultati raggiunti in

questocampo.

E' ancora troppo presto per dire quali saranno i risultati concreti della Riso-

luzione del CC del PCUS e del Consiglio dei Ministri dell'URSS sulla riorga-

nizzazione della ricerca scientifica dell'autunno dello scorsoanno. D'altra parte

i provvedimenti previsti dalla riforma economica verranno estesi a l settore

dellecostruzioni solo a partire dal 1970.

Nei dibattiti economici tornano a far capolino problemi come quello dei

«trasporti incrociati »

(vstrcnye perevozki)

e della « chiusurasettoriale»

(vedom-

stvennostg

(20) che a suo tempo furono sfruttati propagandisticamente da

Chruscevnella suacampagna contro i ministeri e per i

sovnarchoz.

I l ritorno ai

ministeri settoriali, che purenessunomette pubblicamente in discussione,sembra

abbia portato con sè, sia pure come fenomeni marginali (almeno come tali ven-

gonopresentati), alcune delle peggiori malattie burocratiche di cui era affetto

l'apparato ipercentralizzato della direzione economica ai tempi di Stalin.

Società e azienda. Burocrati e tecnocrati

Nonmeraviglia che, di fronte a questa mole di problemi sostanzialmente

irrisolti, ci sia chi affermi, come G.A. Kuznecov, capoeconomista della fabbrica

dimeccanica pesante di Elektrostal', che « sono stati fatti solo i primi passi.

Molti problemi importanti nonsonoancora stati risolti. In primo luogo è neces-

sariomettere in funzione un armonicosistema di pianificazione dell'attività delle

aziende. A nostro parere tale sistemadovrebbebasarsi sui seguenti principi fon-

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