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datocon l'azienda, cosache non riusciamo ad ottenere, benché sia prevista dallo

Statuto dell'azienda ».

Seesistonodiscrepanze nei piani che si riferiscono ai diversi aspetti dell'at-

tività di una sola azienda, a maggior ragione non coincidono i piani di aziende

di settori diversi, collegate tecnicamente e quindi economicamente. Le lamen-

tele al propositosono continue sulla stampa quotidiana, nè si ha l'impressione

chediminuiscano con l'estendersi della riforma economica. Attualmente si può

disporreanche sulla stampa specializzata di qualche dato, sia pure parziale, su

questoproblema. Nel 1967, ci informa la rivista

Planovoe Chozjaistvo

(7)

venneeseguito uno studio comparativo sui piani riguardanti l'andamento di 107

grandi stabilimenti industriali in costruzione. Lo studio aveva per obbiettivo di

verificare la corrispondenza tra il piano dell'impresa di costruzione (dipendente

dauno dei ministeri di costruzioni industriali) e quello del « cliente» — cioè

dell'ente, dipendente dal ministero settoriale, che gestirà lo stabilimento quando

lasuacostruzione sarà terminata. I piani annuali e trimestrali coincidevanosolo

in 15 casi.

Come si vede, la « dittatura dei pianificatori centrali » non risponde, nella

faseattuale, neppure alle esigenze istituzionali per le quali era stata dichiarata

indispensabile: quelle cioè di armonizzare e coordinare lo sviluppo (8).

Uno dei problemi che si ponevano in modo acuto all'economia sovietica

alla vigilia della riforma era quello del miglioramento dell'organizzazione del

lavoro. A suo tempo Chruscev, col suo inconfondibile stile chiassoso e pittore-

sco,raccontò in un discorsopronunciato al ritorno da un viaggio all'estero, di

aver contato, con l'aiuto di Kosygin, gli autocarri carichi e scarichi incontrati

sullastrada per l'aereoporto. Dall'aereoporto a Mosca la metà dei camion incon-

trati erano vuoti mentre la percentuale di camion vuoti era notevolmente infe-

riore sulla strada che portava dall'aereoporto alla capitale straniera cheChruscev

eKosygin avevano appena visitato.

Lo stile oggi è diverso: invece dell'osservazionepersonale del capo onni-

presente, lo studio e l'analisi, invece della battuta, il dato statistico. I risultati

economicisembra però non cambinomolto (e i meccanismi decisionali neppure)

agiudicare da ciò che ci dice Baibakov: « Su indicazione di Kosygin è stato

effettuato nel corso di tre giorni il controllo del grado di utilizzazione degli auto-

carri in ingresso e in uscita da Mosca. I l controllo ha dimostrato che, su 14.000

autocarri, la metà erano vuoti».

Come è già stato ricordato all'inizio e come, del resto, è largamente noto,

unodegli squilibri principali che la riforma era chiamata a correggere, era quello

tra produzione e consumo: più precisamente si confidavache una serie di misure

presenell'ambito della riforma (l'indice della « produzione venduta » diveniva

uno dei principali, venivano incoraggiati i « contatti diretti » t r a azienda

eente commerciale) avrebbe permesso di eliminare lo spreco provocato dal-

laproduzione di merci che non trovavano sboccoperché inutili o invecchiate,

mentrecontemporaneamente si osservava una acutamancanza di altri prodotti.

Il relatore alla Conferenzaeconomica è costretto a rilevare che: « Ci sono

nonpochi casi in cui le aziende superano il piano per prodotti non necessari e

contemporaneamentenon soddisfano i bisogni per altri tipi di prodotti ». Bai-

bakov continua commentando ragionevolmente che «tali fatti nelle condizioni

create dalla riforma economicasono in contrastocon gli interessi delle aziende e

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