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ci si riferisce separatamente a bianchi, negri e portoricani, distinguendo questi

ultimi sul piano razziale dai bianchi propriamente detti. I n un certo senso,

questo è parte d i quel meccanismo per cui i l razzismo costituisce i n gran

parte solo una specie di « veneer », una vernice che copre la vera sostanza

di sfruttamento economico del fenomeno, cercando di far passare per disfunzione

patologica del sistema quello che in realtà è la sua natura intrinseca. Questo

lo conferma i l fatto che i portoricani appartenenti al lo « strato sociale più

alto, quella che potremmo definire nobiltà spagnola » (come dice il citato articolo

dell'« Economist ») sono considerati bianchi a tut t i gli effetti.

Questo stato d i cose spiega i n buona parte l a posizione p i ù radicale

dell'MLPR, l a cui base nei ghett i ha acquistato dal quotidiano contatto

con la realtà americana una precisa coscienza dello sfruttamento cui è sotto-

posta e del funzionamento del sistema capitalista. La visione delle differenze

di classe, la continua brutalità della polizia (anche recentemente, due operai

portoricani, Nhximo Solero e Victor Rodriguez, sono stati uccisi dalla polizia

ad Harlem) e l'esempio dei movimenti radicali negri e bianchi hanno avuto

un peso determinante nello spostare su posizioni rivoluzionarie anche l a

minoranza portoricana. I giovani portoricani collaborano sempre più da vicino

con i militanti negri: è di questi giorni, per esempio, la notizia di un'azione

comune t ra studenti portoricani e negri nell'occupazione d i una high-school

adHarlem. Ma l'esempio più clamoroso della disponibilità della popolazione

portoricana ad un'azione di massa rimane quello della sommossa del 22 luglio

1967, quando « El Barrio », i l quartiere spagnolo d i Harlem, esplose i n una

rivolta a causa dell'uccisione d i un portoricano da parte d i un poliziotto

fuori servizio. E' inutile rilevare come episodi di questo genere siano all'origine

della maggior parte delle rivolte negre, secondo i l rapporto della Commissione

presidenziale sui disordini civili.

Naturalmente, l'atteggiamento del governo americano, una volta fal l iti i

tentativi di cooptazione sul piano dei diri tt i civili, è fondamentalmente impo-

stato sulla repressione. Dopo le recenti prese d i posizione dell'MPI, che ha

dichiaratamente appoggiato l'azione dei Commandos Armat i d i Liberazione,

anche questo gruppo, finora completamente assorbito nella logica legalitaria

del rapporto coloniale, viene preso di mira dalla polizia. L'MLPR ha da tempo

esperienze d i questo genere: Pelegrin García ha var i anni d i prigione alle

spalle. I l processo che l o condannò nel 1962 provocò una grandiosa dimo-

strazione•che portò t u t t i i portoricani d i New Yo r k davanti a l palazzo

di vetro dell'ONU.

In questo momento, numerosi portoricani sono i n carcere per mot ivi

politici: Lol i ta Librón, Oscar Collazo, Rafael Cancel Miranda, Irving Flores

Rodriguez, Andrés Figueroa Cordero sono detenuti negli Stati Uni t i , mentre

Bernardo Díaz Díaz, Rafael Molina Centeno, José A. Cruz Colón, Manuel

Méndez Gandía, Octavio Ramos Rosario scontano la pena nella prigione d i

Las Tumbas a San Juan e nelle altre carceri d i Porto Rico. Al t r i ancora,

come Noé Mar t y, Reinaldo Tr i l la, Dominga de l a Cruz, Carlos. Padilla

Pérez hanno ottenuto asilo politico dal governo cubano.

V - A questo punto, ci si potrebbe porre i l problema delle prospettive

di sviluppo della lotta dei portoricani. I n realtà, l'analisi dei cubani e del

MPI (con t u t t e l e riserve che s i possono , fare su quest'ultimo) sembra

fondamentalmente corretta, a breve scadenza, nel sostenere che non sussistono

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